Alla Biennale di Venezia arriva “Barca nostra”, la nave in cui morirono 700 migranti

di Redazione

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Alla Biennale di Venezia arriva “Barca nostra”, la nave in cui morirono 700 migranti

| giovedì 09 Maggio 2019 - 10:59

“Barca nostra”, la nave in cui morirono 700 migranti, è arrivata al porto commerciale di Venezia. Il relitto del grande barcone azzurro è diventato il simbolo delle tragedie legate alle migrazioni negli ultimi anni.

Era un peschereccio libico e il 18 aprile 2015 affondò nel Canale di Sicilia. A bordo c’erano 700 persone. Il recupero avvenne nel 2016 su disposizione del governo Renzi, ora diventerà un’istallazione artistica. Sarà protagonista, infatti, durante la 58/A Biennale d’arte in programma a Venezia dall’11 maggio al 24 novembre 2019.

“Parlerà alle nostre coscienze”, ha affermato il curatore della rassegna, Ralph Rugoff. ‘May You Live In Interesting Times’, infatti, è il titolo dell’installazione simbolo del fenomeno delle migrazioni.

La “Barca nostra” alla Biennale di Venezia

E’ stato l’ideatore del progetto, Christoph Büchel, a ribattezzare la nave “Barca Nostra”. Büchel è l’artista che nel 2015 aveva trasformato un padiglione della Biennale in moschea.

Quel che rimane del peschereccio era partito agli inizi di maggio dal pontile Nato della Marina militare ad Augusta. La navigazione, avvenuta a bordo di una piccola nave, si è poi conclusa a Venezia.

Il relitto è stato infine trasbordato su una chiatta per favorire l’attraversamento del canale della Giudecca. In tarda serata è arrivato all’Arsenale. Qui, grazie ad un livello di marea più favorevole, è stato collocato in uno dei bacini della ex fabbrica di navi della Serenissima. Lì rimarrà per tutta la durata della Mostra internazionale d’arte.

L’autorizzazione

Dopo quattro anni dal tragico affondamento, la presidenza del Consiglio dei ministri ha autorizzato il Ministero della Difesa ad affidare il relitto alla città di Augusta. Scopo la realizzazione del progetto “Giardino della Memoria”, proposto e voluto dal Comitato 18 Aprile e condiviso dall’Amministrazione e dall’intero Consiglio comunale.

Per onorare l’idea base del progetto, al termine del ciclo espositivo, dunque, il barcone sarà riportato ad Augusta. Qui il barcone risiederà in un’aerea dedicata. Diventerà il monumento collettivo e il luogo dove fare memoria delle migrazioni.

Quella delle migrazioni è una realtà che sta segnando il nostro tempo. La città di Augusta, che ospiterà il monumento, continua ad essere testimone e protagonista di un fenomeno sempre più evidente.

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