Papa Francesco all’Angelus invoca ancora la pace: “Le guerre servono per vendere armi”

di Redazione

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Papa Francesco all’Angelus invoca ancora la pace: “Le guerre servono per vendere armi”

| domenica 08 Settembre 2013 - 14:56

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ROMA, 8 SETTEMBRE 2013 – “Sempre rimane il dubbio: questa guerra di là, quest’altra di là, perchè dappertutto ci sono guerre? È davvero una guerra per problemi o è una guerra commerciale per vendere queste armi nel commercio illegale?”. Papa Francesco,  durante l’Angelus, torna ad invocare la pace.

 

Papa Francesco torna a parlare di pace dopo la veglia in San Pietro cui hanno partecipato 100 mila fedeli. Il Pontefice ha ringraziato “uomini e donne di buona volontà” che in risposta al suo invito di domenica scorsa “hanno vissuto momenti di preghiera, digiuno, riflessione” e ha rinnovato il suo appello: “Cessi subito la violenza e la devastazione in Siria e si lavori con rinnovato impegno per una giusta soluzione al conflitto fratricida”.

 

Dobbiamo, ha spiegato Francesco, “continuare a pregare”, perchè “la ricerca della pace è lunga, e richiede pazienza e perseveranza!”. “Preghiamo – ha chiesto il Santo Padre – la Vergine, ieri sera abbiamo vegliato affidando alla sua intercessione la nostra preghiera per la pace nel mondo, specialmente in Siria e in tutto il Medio Oriente. La invochiamo ora come Regina della Pace”

 

“Preghiamo anche per gli altri Paesi del Medio Oriente – ha chiesto Papa Francesco  – , preghiamo particolarmente per il Libano, perchè trovi la desiderata stabilità e continui ad essere modello di convivenza; per l’Iraq, perchè la violenza settaria lasci il passo alla riconciliazione; e per il processo di pace tra Israeliani e Palestinesi, perchè progredisca con decisione e coraggio. Preghiamo anche per l’Egitto, affinchè tutti gli Egiziani, musulmani e cristiani, si impegnino a costruire insieme la società per il bene dell’intera popolazione”.

 

Il Pontefice, nell’invocare la pace, ha fatto ricorso ad una parabola contenuta nel Vangelo di Luca: “Quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace”. Bergoglio ha spiegato che “Gesù non vuole affrontare il tema della guerra, è solo una parabola. Però, in questo momento in cui stiamo fortemente pregando per la pace, questa Parola del Signore ci tocca sul vivo, e in sostanza ci dice: c’è una guerra più profonda che dobbiamo combattere, tutti. È la decisione forte e coraggiosa di rinunciare al male e alle sue seduzioni e di scegliere il bene, pronti a pagare di persona: ecco il seguire Cristo, ecco il prendere la propria croce. A che serve fare tante guerre se non sei capace di fare questa guerra profonda contro il male?”.

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