Strasburgo dà ragione a Bruno Contrada | Italia condannata per aver violato i suoi diritti

di Redazione

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Strasburgo dà ragione a Bruno Contrada | Italia condannata per aver violato i suoi diritti

| martedì 11 Febbraio 2014 - 12:15

I giudici della Corte europea dei diritti umani hanno dato ragione a Bruno Contrada e hanno condannato l’Italia per aver tenuto in prigione l’ex funzionario del Sisde tra il 24 ottobre 2007 e il 24 luglio 2008 nonostante il suo stato di salute fosse “incompatibile” con il regime carcerario.

Stabilito anche il risarcimento pecuniario che lo Stato dovrà corrispondere a Contrada: 10 mila euro per danni morali e 5 mila per le spese processuali. I giudici di Strasburgo sono arrivati alla conclusione che la detenzione di Bruno Contrada sia stata “incompatibile” con l’interdizione di trattamenti inumani e degradanti stabilita dall’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti umani in base ai referti medici che lui stesso aveva presentato ai tribunali italiani per ottenere i domiciliari.

Nella sentenza i giudici rilevano che Contrada ha presentato, nell’arco di nove mesi, tra l’ottobre 2007 e luglio 2008, sette richieste di domiciliari che sono state tutte rifiutate. Questo è successo nonostante la presentazione ai tribunali di dieci rapporti o certificati medici che, afferma la Corte, “concludevano tutti, in maniera costante e inequivocabile, che lo stato di salute di Contrada era incompatibile con il regime carcerario cui era sottoposto”.

Nel condannare l’Italia i giudici di Strasburgo hanno riconosciuto a Contrada 10 mila euro per danni morali, invece dei 25 mila da lui domandati. Contrada ha un altro ricorso pendente a Strasburgo contro la sua condanna per concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo lui questo reato non esisteva al tempo in cui lui avrebbe commesso i fatti imputatigli.

L’avvocato che assiste Contrada, Giuseppe Lipera, ha così commentato la sentenza: “C’è un giudice a Strasburgo, speriamo di trovarne presto un altro. È la prima parziale vittoria, ma noi continueremo a lavorare, giorno e notte, fino ad ottenere giustizia con la revisione del processo. Io prego affinché questo avvenga”. Contrada adesso attende che venga accolto il suo ricorso contro l’accusa di associazione mafiosa.

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