Alfano: “Il 27 non saremo in piazza”| E al Parlamento proporrà un “patto a 5 punti”

di Redazione

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Alfano: “Il 27 non saremo in piazza”| E al Parlamento proporrà un “patto a 5 punti”

| domenica 24 Novembre 2013 - 17:24

“Non partecipiamo alla manifestazione“. Lo ha detto Angelino Alfano, leader di Nuovo Centro Destra, ospite del programma televisivo “L’arena” condotta su Rai1 da Massimo Giletti, riferendosi alla manifestazione organizzata da Forza Italia per il 27 novembre, in occasione del voto sulla sua decadenza da senatore.

E sui suoi rapporti con Berlusconi, Alfano ha detto: “Capita di sentirci, il rapporto personale e politico all’interno della coalizione prosegue. Ci ha diviso il giudizio sulla tenuta del governo dopo la decadenza e anche la visione, con il prevalere di una linea estremista nel partito. Consideriamo sbagliata la linea di fare cascare tutto e mettere gli interessi del Paese dopo l’egoismo di partito. C’è accanto a Berlusconi chi lo spinge in una direzione estrema”.

Motivo della separazione, ha spiegato, è “stato il no alla rassegnazione, perché prevaleva la rassegnazione che l’Italia non potesse aver più speranza di riscatto e che il centrodestra non potesse più vincere le elezioni”

Sulla decadenza di Berlusconi da senatore, Alfano ha puntualizzato che “non consideriamo incostituzionale la legge Severino, ma la sua applicazione retroattiva”. E sulla concessione della grazia ha aggiunto: “Ci sono interpretazioni differenti, sulle quali non mi addentro» e richiamato all’attenzione il fatto che il nostro ordinamento prevede anche forme di grazia non a richiesta. Un uomo con la carriera e la biografia di Berlusconi meriterebbe non i servizi sociali ma di ricevere la grazia“.

Infine, si rivolge al sindaco di Firenze Matteo Renzi e al premier Enrico Letta: “Senza Ncd cade il governo. Ho un patto da proporre al Parlamento, a Letta e al Pd di Renzi: usiamo il 2014 per fare cinque cose: cambiare la legge elettorale restituendo ai cittadini il diritto di scelta del proprio deputato e senatore con più consensi, togliere il meccanismo del bicameralismo perfetto che costano il doppio; tagliare almeno 10 miliardi di euro di spesa pubblica improduttiva a favore della riduzione delle tasse; abbattere il debito pubblico in una quota significativa; intervenire immediatamente sul salario di produttività e detassare il lavoro fatto per rendere più produttiva l’azienda”.

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