Voglia di gridare Dybalaaaa

di Redazione

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Voglia di gridare Dybalaaaa

| sabato 17 Novembre 2012 - 12:46

Dybala

PALERMO – Dybala contro Gilardino, è la prima sfumatura di una sfida essenziale sia per il Palermo che per il Bologna. Il baby rosa contro un campione del mondo, una carta d’identità diversa e qualche centinaia di gol che li separa. Eppure entrambi sono portatori della identica speranza. Sono affidati a loro i buoni auspici di due squadre che, per motivi diversi, si giocano una fetta di futuro non marginale.

 

Il Palermo, disarcionata la Samp,  per la prima volta ha messo una piccola distanza fra sé e la paura.  Ricerca quella continuità persa a Roma – cinque risultati di fila- che non ha prodotto effetti più sostanziali per una overdose di pareggi. Lo fa a Bologna, il campo che in maniera un pò casuale, sette mesi fa, gli ha regalato l’ultimo successo esterno. Non c’è Miccoli, santo patrono a cui far ricorso nel derby prossimo venturo, c’è per la seconda volta di fila dal primo minuto, il suo piccolo sosia argentino reduce dal suo giorno di gloria. I due gol di sette giorni fa sono le credenziali attraverso le quali Dybala ha definitivamente conquistato il ruolo di prima alternativa al genio del Salento.

 

L’occasione gli è propizia per dare a Gasperini la consapevolezza di una alternativa reale a Miccoli in attesa del mercato di gennaio che consentirà di rendere meno precario il reparto offensivo. Dybala a Bologna troverà un avversario che per stile e qualità della difesa non è molto diverso dalla Samp: difesa a tre, avversari di peso ma poco reattivi, una accertata difficoltà a neutralizzare la rapidità. Se riuscirà ad ottimizzare il rapporto tra gol e occasioni a disposizione (contro la Samp doppietta ma almeno altre tre opportunità colossali sprecate) potrà inserire un’altra pagina rosa nell’album dei ricordi.

 

E’ ciò che si augura Gasperini che affronta un suo “quasi” predecessore, quel Pioli per il quale Zamparini l’hanno scorso avrebbe voluto mangiarsi un testicolo per avervi rinunciato ancora prima dell’inizio del campionato e che quest’anno non riesce a stare in quota con il suo Bologna. Nonostante Gilardino e nonostante un Diamanti ormai stabilmente colorato d’azzurro. La sfida tra le panchine vive di motivi tecnici abbastanza simili, sia nella fase difensiva che in quella offensiva. Il Bologna affianca Gabbiadini a Gilardino cercando con una sola mossa di raggiungere due obbiettivi: aumentare il peso dell’attacco nella zona centrale “cercando” il punto debole difensivo del Palermo individuato in Donati e limitare la fase  d’impostazione dello stesso capitano rosa che è diventato il must della filosofia di Gasperini.

Ciò consentirà, tuttavia, al Palermo di avere una supremazia numerica a centrocampo, di trovare più agevolmente spazi di manovra sulla trequarti offensiva, di innescare più frequentemente Brienza e Ilicic.

 

E proprio lo sloveno , come Diamanti uomo essenziale per dare senso alla manovra offensiva, è chiamato all’ennesimo esame di maturità. Lui, ripetente di lungo corso, si sta gradualmente abituando a sentire sulle spalle il peso della responsabilità riservata ai campioni. E’ migliorato sotto il profilo della quantità, deve solo trovare quelle due o tre giocate che ne giustificano la presenza al posto di compagni normodotati.  A Bologna, lo scorso anno fu determinante:  nell’autorete di Morleo  il suo contributo fu sostanziale. Ricordare l’episodio può essergli utile se assieme rievoca l’impegno e la dedizione tattica con cui affrontò il secondo tempo.

Per il resto sarà il Palermo umile e operaio visto in trasferta – con l’eccezione di Roma – nell’era Gasperini: Munoz e Von Bergen accanto a Donati, Morganella e Garcia esterni, Barreto e Kurtic a fare legna. Da Brienza si aspetta la genialata, da Ujkani qualche brivido in meno.

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