Bagheria verso il fallimento, il sindaco Lo Meo: “Resto al mio posto”

di Redazione

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Bagheria verso il fallimento, il sindaco Lo Meo: “Resto al mio posto”

| martedì 20 Novembre 2012 - 15:19

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PALERMO, 21 NOVEMBRE – Il sindaco di Bagheria alza bandiera bianca e si appresta a chiedere il fallimento del Comune. Impossibile fare quadrare i conti, l’unica strada è quella del dissesto. Che, in termini pratici, significa la nomina di una commissione che gestirà il pagamento dei creditori, con un abbattimento sostanzioso delle somme e l’incasso di eventuali, pochi, crediti, la vendita di eventuali beni disponibili, l’obbligo di destinare gli avanzi di amministrazione futuri alla copertura del buco. E soprattutto l’aumento delle imposte comunali.

La delibera andrà in consiglio comunale con buona probabilità la prossima settimana, prima però Vincenzo Lo Meo, sindaco di Bagheria dal 2011, dovrà completare la giunta, cui compete il primo sì sull’atto. E la partita diventa tutta politica.

Ma Lo Meo avverte: “Io non mi dimetto, non posso abbandonare la nave mentre affonda, il senso di responsabilità mi obbliga a restare al mio posto”.

 

Una situazione ereditata, precisa Lo Meo, che la nuova amministrazione ha prima cercato di tamponare. “Il quadro è grave – spiega il primo cittadino – , gravissimo. L’anno scorso abbiamo pareggiato il bilancio tagliando tutte le spese, tutto quello che non era obbligatorio è stato azzerato. Quest’anno con sei milioni di trasferimenti che sono venuti meno non è possibile far quadrare i conti. Avrei potuto arrendermi l’anno scorso – ammette – , ma volevo provare a risanare il bilancio”.

La situazione di cassa è al collasso, con un’anticipazione costante da parte delle banche che sfiora i 7 milioni di euro. Il nodo più complicato è quello dei debiti fuori bilancio, 28 milioni di euro accumulati in una decina di anni. “È più comodo ignorarli che trovare la copertura – dice Lo Meo – , i nodi però prima o poi vengono al pettine”. Di questi 28 milioni, una buona parte, 12 milioni circa, sono quelli accumulati nei confronti del Coinres, il consorzio che si occupa dello smaltimento rifiuti nel comprensorio. Altri nove riguardano risarcimenti per espropri.

 

Il dissesto forse poteva essere evitato. “Se entro il 31 ottobre fossero state aumentate le aliquote dell’Imu e dell’addizionale Irpef – dice Lo Meo – , avremmo realizzato entrate per circa sei milioni di euro, sufficienti a pareggiare il bilancio. In questo modo avremmo potuto accedere al decreto salva Comune e rientrare, progressivamente, dai debiti”.
Aumenti che saranno imposti comunque dai commissari e che per cinque anni non potranno essere toccati. Intanto la procedura di dissesto prevede che tutti i documenti siano trasmessi alla Corte dei Conti, cui spetta di accertare eventuali responsabilità.

 

Se l’avvio della procedura di dissesto dunque è scontato, non altrettanto l’esito. Innanzitutto la giunta dovrà essere completata “e intendo farlo al più presto, confermando chi mi è stato vicino”, chiarisce il sindaco eletto con l’appoggio di Udc, Fli, della lista civica “L’Altra Bagheria” e del Pd, recentemente uscito dalla squadra di governo. Una volta nominati i tre assessori mancanti, la giunta dovrà approvare la delibera di dissesto. Il passaggio successivo è in consiglio. E se l’assemblea non dovesse dare il via libera alla procedura? Il consiglio comunale sarebbe azzerato, le carte passerebbero ad un commissario ad acta. “Ma io resto al mio posto comunque”, Lo Meo non arretra.

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