Lo Monaco e il suo derby di fuoco: “È una partita che vorrei giocare io…”

di Redazione

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Lo Monaco e il suo derby di fuoco: “È una partita che vorrei giocare io…”

| mercoledì 21 Novembre 2012 - 18:01

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Sarà l’aria del derby o forse gli effetti della batosta di Bologna ma il Lo Monaco che si è presentato oggi in sala stampa non ha meravigliato nessuno quando ha detto: “Questa è una partita che vorrei giocare io…”.

Il sacro furore – che non gli mancava da giocatore- s’è moltiplicato alla vigilia di una partita che vale una stagione per il popolo della curva e per lui forse anche di più. Non c’è bisogno di accenderlo parlandogli di Pulvirenti (“non lo saluterò, il Catania di oggi è quello che ho lasciato io, il presidente sa perché me ne sono andato”), la carica agonistica è quella dei giorni migliori. Ed è quella che spera di trasferire ai rosa.

 

“È una partita importante in sé, fondamentale per noi che lottiamo per la salvezza ed abbiamo bisogno dei tre punti.

A sentire loro non c’è neanche bisogno di giocarla, ma è una strategia che conosco bene. In ogni caso ci rimboccheremo le maniche e, ne sono certo, sapremo come comportarci. Tranne che a Roma, dove non abbiamo capito nulla, in tutte le altre occasioni ce la siamo sempre giocata alla pari”.

 

Due le esplicite rassicurazioni per Gasperini. “A gennaio interverremo sul mercato per rendere la squadra più competitiva. E vi giuro che interromperemo ogni rapporto con chiunque alla fine di una partita persa metterà in discussione la panchina di Gasperini. La nostra è una società seria, con un programma preciso e Gasperini uno dei migliori allenatori in circolazione”.

 

Sarà che il passato non deve condizionare il presente, ma non c’è dubbio che dalle imprese del passato, dallo spirito di Corini, dalla carica di Amauri, dalla straordinaria incoscienza di Pastore, occorrerà trovare gli stimoli adeguati per affrontare il derby più difficile degli ultimi dieci anni. E dimenticare che il primo problema è l’assenza di Barreto (un Migliaccio con qualche lampo e qualche distrazione in più…) e il suo sostituto, probabilmente Arevalo Rios. È il triste segno dei tempi.

A meno che Gasp non s’inventi qualcosa di diverso, come sarebbe auspicabile non fosse altro che per evitare di domandarsi una volta di più: ma questo come fa ad essere titolare nell’Uruguay?

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