Palermo, la maledizione continua

di Redazione

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Palermo, la maledizione continua

| domenica 02 Dicembre 2012 - 15:59

inter-palermo

PALERMO, 2 DICEMBRE – Da San Siro si torna con l’ennesimo carico di rimpianti. Non è stata visibile la netta differenza di punti e di qualità e a poco è servita un’applicazione tattica ai limiti della perfezione – ovviamente in relazione alle potenzialità del Palermo-. Giocare meglio e non ottenere punti è la costante di questo girone d’andata.

Non sbaglia niente Gasperini e il Palermo lo segue con un’attenzione non sempre riscontrata soprattutto in trasferta. Buon il pressing alto degli attaccanti la cui insistenza ha costretto l’Inter ad avviare l’azione spesso con i difensori. Isolando Cambiasso e Gargano, il Palermo si è garantito la possibilità di giocare sempre con la difesa schierata anche perché Coutinho, tranne per uno paio di spunti nei primi 15′, non è riuscito a dare alcun apporto di fantasia.
Al resto hanno pensato Barreto e Kurtic, bravi nel tamponare ma anche nelle ripartenze, e la coppia Ilicic – Brienza, sempre pronta a tenere sotto pressione la difesa nerazzurra. Bene anche Dybala nel gioco di sponda, non sempre in condizione di reggere lo scontro fisico con Ranocchia e Samuel ma puntuale nell’individuare gli spazi sui quali far fruttare il suo scatto breve.
Insomma, tanto Palermo nel primo tempo e il rammarico di pagare troppo dazio sui livelli individuali. Gli unici rischi il Palermo li ha corsi sugli scambi stretti che Palacio e Milito si sono procurati a ridosso dell’area di rigore, unica concessione del trio Munoz – Von Bergen – Garcia. Non è stato un caso il risultato del possesso palla a favore del Palermo a fine primo tempo, segnali di grande condizione e di buona personalità.
L’impegno fisico è stato all’altezza delle pretese di Gasperini per poco più di un’ora, poi la fatica ha ridotto le ripartenze e l’Inter ha guadagnato terreno senza creare particolari occasioni ma marcando una più evidente e costante presenza dalle parti di Ujkani.
Il primo campanello d’allarme con l’ingresso di Guarin e e Nagatomo che hanno confezionato la palla gol più nitida sventata da una tempestiva smanacciata bassa del portiere rosa.
La sostituzione di Brienza, la cui resistenza non può che durare una settantina di minuti se gli si chiede una doppia razione di lavoro, ha consentito ad Ilicic di presidiare la fascia destra – dove l’Inter ha spinto con minore convinzione – e da lì provare ad innescare azioni di alleggerimento.
Solo un episodio, come spesso accade, può incidere su questo genere di partite. E come spesso accade in questa stagione, la cazzata, travestita da episodio, ha il colore rosanero. Un cross a giro che sarebbe finito innocuo tra le braccia di Ujkani è stato deviato in porta da un intervento in scivolata di Garcia: evidentemente la pagina 3 del manuale del calcio dell’argentino sarà stata strappata…
Sotto di un gol, con la necessità incentivare l’azione offensiva, sono emersi in maniera più netta i limiti una squadra che, non a caso, è la peggiore in fatto di marcature in trasferta.

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