PALERMO, 8 DICEMBRE – Il piano anti Juve in tre mosse: isolare Pirlo, evitare l’inferiorità numerica a centrocampo, bloccare le incursioni esterne che rappresentano l’arma letale della capolista. La partita perfetta del Palermo passa da qui, dalla capacità di depotenziare le armi letali della Juve e sperare nei colpi di genio del trio fantasia Ilicic – Miccoli – Brienza.
Gasperini prova a riprendersi con gli interessi quanto lasciato a San Siro, puntando sull’orgoglio, sull’impatto che potrà avere l’effetto Barbera e, cosa non secondaria, sull’eventuale deficit atletico di un avversario che ha sprecato non poco per centrare la qualificazione in Champions. Lo strapotere fisico della Juve è impressionante quanto il livellamento dell’organico che può consentire un innesto di forze fresche senza perdere qualità. Tuttavia nei ruoli essenziali la Juve riproporrà gli stessi uomini dell’impresa europea.
C’è da togliere tranquillità a Pirlo, compito che toccherà in prima battuta agli attaccanti – Ilicic l’indiziato principale – e successivamente a Barreto. Lasciare l’avvio della manovra alla difesa bianconera è essenziale quanto limitare il raggio d’azione di Vucinic: senza Giovinco e con Quagliarella al fianco l’ex romanista avrà più di altre volte il compito di scardinare la difesa schierata.
Altro punto fondamentale sarà la lotta sulle corsie esterne. Morganella e Garcia dovranno reggere il confronto sul piano fisico per evitare l’accerchiamento juventino e consentire una ripartenza più fluida.
E poi accendiamo un cero a san Miccoli: le sue invenzioni, la sua voglia conclamata di punire una volta di più la Juve, il desiderio di siglare la prima impresa della stagione contro una big, rappresentano le risposte più attendibili alle speranze di Gasperini.
