Alla Regione codice anti-molestia. L’avvocato Reina: “Sull’allusione sono troppi i margini discrezionali”

di Redazione

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Alla Regione codice anti-molestia. L’avvocato Reina: “Sull’allusione sono troppi i margini discrezionali”

| martedì 11 Dicembre 2012 - 10:40

bilancia-molestie

PALERMO, 11 DICEMBRE – A Palazzo d’Orleans, il presidente Crocetta ha dato l’ordine di estendere il “codice di condotta da assumere nei luoghi di lavoro” a tutta l’amministrazione regionale, per contrastare il fenomeno delle discriminazioni e delle molestie a sfondo sessuale. Verranno puniti anche i gesti provocatori e le allusioni. Ma che vuol dire?

Un codice etico di condotta, in quanto tale, si assume per prevenire ogni atto o comportamento indesiderato, anche verbale, che possa ledere la dignità della persona che lo subisce. “Essendo condotte non tipicizzate”, spiega l’avvocato Ninni Reina, “la vaghezza e la genericità che connota questi tipi di comportamenti allusivi, lascia ampi margini di discrezionalità e di arbitrarietà alla persona offesa”.

 

I casi potrebbero essere diversi. Posso accusare ingiustamente un collega oppure la mia richiesta di aiuto può essere sminuita a tal punto da soprassedere. Allora chi è pudico o magari semplicemente timido rischia di essere non solo vittima di “allusioni” ma anche deriso per il suo scarso senso dell’umorismo? L’offesa arrecata alla dignità colpisce la sfera psichica, di per sé inafferrabile proprio come il concetto di “allusione”.

A fare da “paciere” è chiamato il consigliere di fiducia, un lavoratore che avrà il compito di raccogliere le segnalazioni in merito. Ma questo “confidente” possiede un’esperienza o una professionalità che gli consente di ascoltare chi denuncia un comportamento reputato offensivo e di fornire un aiuto, un consiglio o un parere? O la persona che si ritiene offesa rischia di sentirsi dire, “dai, non è successo niente, prendiamoci un caffè”?

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