Sergio Lari, il primo giudice che equiparò l’animale all’uomo

di Redazione

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Sergio Lari, il primo giudice che equiparò l’animale all’uomo

| lunedì 17 Dicembre 2012 - 12:54

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PALERMO, 17 DICEMBRE – Tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90, Sergio Lari, allora Pretore a Palermo, si guadagnò l’eterna riconoscenza del mondo animale. Una sua interpretazione processuale cambiò radicalmente fondamentali aspetti giuridici in tema di tutela dei diritti degli animali.

“La vicenda fece scalpore – ricorda Lari – perché per la prima volta fu accettata la costituzione di parte civile delle associazioni animaliste (nello specifico la Lega Nazionale per la difesa del cane, ndr) per un caso di maltrattamenti nei confronti di cani randagi. Sino a quel momento si poteva costituire parte civile solo il legittimo proprietario di un animale poiché la legge prendeva in esame solo la sofferenza dell’uomo e il danno a lui arrecato e non quello all’animale. Quindi nel caso di randagi non c’era nulla da fare. Io ammisi la costituzione di parte civile equiparando le posizioni e affermando un principio che in seguito la giurisprudenza accettò senza riserve”.

Una posizione rivoluzionaria…

“Fui considerato un eversore – ricorda sorridendo Lari – ma grazie a quel caso furono compiuti molti passi in avanti. Io amavo gli animali, ritenni doveroso sanare un principio iniquo. Oggi c’è una sensibilità diversa, si è più attenti sotto ogni profilo. E ciò dimostra quanto la giurisprudenza di merito giochi in ruolo fondamentale anche in termini culturali”.

Il rapporto con il mondo animale visto da un uomo di legge: quale potrà essere il prossimo passo?
“E’ tempo che l’umanità cominci a ripensare e cambiare le sue abitudini alimentari, che si faccia un profondo esame di coscienza per ciò che riguarda gli allevamenti di polli, maiali e mucche. L’eccessivo consumo di carne sta producendo danni incalcolabili in termini di inquinamento all’ecosistema. Mutare l’alimentazione significa anche ripensare il rapporto con gli animali, riportarlo a condizioni più naturali”.

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