PALERMO, 31 DICEMBRE – Il sessanta per cento dei ristoranti palermitani non è in regola con le norme di tracciabilità dei prodotti ittici. Sono dati allarmanti quelli che emergono dai controlli della guardia costiera nel settore della pesca. Nell’operazione denominata “MEKONG”, è stato anche rilevato che il settanta per cento dei punti vendita non rispettava le norme sulla corretta etichettatura dei prodotti preconfezionati e di quelli sfusi. Peggio in provincia, dove l’80 per cento dei locali controllati non era in regola con le norme su etichettatura e tracciabilità.

I controlli hanno interessato anche i mercati rionali di Palermo e dei comuni dell’entroterra. Elevate il 100 per cento di multe ai banchi di pesce per etichette mancanti o incomplete, pesce decongelato spacciato per fresco, carenza di informazioni al consumatore, mancata tracciabilità sulla provenienza del pescato. Sei ambulanti abusivi al di fuori dei mercati,poi, vendevano pesce in cattivo stato di conservazione.
Verbali anche all’interno di negozi nei centri commerciali per vendita al banco di merce preconfezionata scaduta e per merce senza data di scadenza. Durante un blitz a Brancaccio sono stati denunciati 8 ambulanti per vendita di pesce in cattivo stato di conservazione. In via Sampolo, elevato un verbale di seimila euro ad un centro di distribuzione per “pubblicità ingannevole”, con filetti di ling spacciati per il più pregiato baccalà salato.
Complessivamente, in un mese, sono stati svolti 317 controlli ed elevate 108 sanzioni amministrative per un valore complessivo pari a quasi 175 mila euro. Infine sono stati eseguiti 32 sequestri per un totale di 800 chili di prodotti ittici, e sono state denunciate 21 persone all’autorità giudiziaria per vendita di pesce in cattivo stato di conservazione.