Dybala da sogno, Floccari da incubo

di Redazione

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Dybala da sogno, Floccari da incubo

| sabato 19 Gennaio 2013 - 19:02

palermo-lazio

PALERMO, 19 GENNAIO 2013 – Il Palermo spezza la serie negativa, porta a casa un punto e il solito carico di rimpianti. Una partita che sembrava compromessa, poi domata, infine impattata nel più logico dei risultati. Un pareggio che forse salva la panchina di Gasperini ma che non consente di guardare al futuro con ottimismo.

Nove minuti e già tutto si complica. Floccari riesce a sfruttare lo spazio tra Aronica e Garcia, un movimento che gli consente di sfruttare con un preciso pallonetto di testa il tempestivo assist di Ledesma. E il gol, purtroppo per Gasperini non cambia il tema della partita, la Lazio continua il suo fraseggio lento ma efficace perché sviluppato su entrambi i lati e il pressing alto ordinato da Petkovic spegne le già ridotte idee di Rios e Kurtic, incapaci di riavviare le ripartenze in verticale.

Al 19′, nonostante la palese impotenza, il Palermo potrebbe anche pareggiare: Dybala pesca Miccoli in area, la girata del capitano è immediata, potente e precisa ma trova l’impeccabile Marchetti a fermarne la traiettoria. E sul corner successivo prima Aronica e poi Garcia si vedono ribattere le conclusioni a botta sicura da involontari muri difensivi. La casualità di queste occasioni consiglia alla Lazio di assumere un atteggiamento meno spavaldo arretrando di qualche metro e lasciando al Palermo una supremazia territoriale sterile e velleitaria. Senza i colpi di Ilicic, senza centrocampisti illuminati e frenati da una manovra lenta e prevedibile, il Palermo ha fatto il gioco della Lazio, brava a rintanarsi anche con nove uomini e tagliare i rifornimenti a Miccoli, l’unico su cui Petkovic ha sacrificato un uomo – Biava – in marcatura fissa.

Il secondo tempo rivela, semmai ve ne fosse bisogno, di come il calcio sappia essere imprevedibile. All’arrembante partenza del Palermo la Lazio ha contrapposto una superiorità tecnica incontrastabile. E segnava anche il secondo gol con Floccari, bloccato però da una errata chiamata del guardalinee. Il Palermo resta in partita e a metà tempo, dopo una serie di velleitarie iniziative offensive, trovava un uno – due inaspettato. Prima colpisce con Rios, tempestivo a farsi trovare libero sul secondo palo – perfetto il cross di Dossena – e poi con Dybala, il migliore dei rosa che concretizza, dopo 40 metri di corsa senza palla, un preciso invito di Miccoli all’interno dell’area di rigore.

Una prodezza atletica del giovane argentino, un premio alla sua esuberanza atletica, un riconoscimento alla sua generosità. Dal baratro all’esaltazione, con Gasperini a telecomandare i suoi negli ultimi 15 minuti, il periodo in cui troppi punti sono stati sprecati. L’ingresso di Kozak ha costretto il Palermo a difendersi dagli spioventi che cercavano la torre laziale, ma il pari arrivava su un’invenzione di Biava, proprio lui, che pescava Floccari con un rasoterra di rara precisione. L’intervento scomposto di Munoz era manna per l’attaccante, protagonista indiscusso e degno sostituto di Klose, che si conquistava così il rigore trasformata da Hernanes.
Ancora una volta il finale è stato fatale, ma per come s’era messa la partita questo punto è un premio più che sufficiente. In attesa che l’ultima decade di mercato consegni a Gasperini quei tre o quattro giocatori assolutamente indispensabili per sperare ancora nella salvezza.

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