Lombardo: “Candidato per non scomparire. Se condannato mi dimetterò”

di Redazione

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Lombardo: “Candidato per non scomparire. Se condannato mi dimetterò”

| lunedì 21 Gennaio 2013 - 10:46

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PALERMO, 21 GENNAIO 2013 – “Sono costretto a candidarmi”. Raffaele Lombardo, ospite di “24 Mattino” su Radio 24, spiega la scelta di essere capolista al Senato per il Movimento per le
Autonomie – Partito dei Siciliani”.

È vero, ho gustato il piacere della pensione per qualche mese. Ero entrato in quell’ottica – ha aggiunto Lombardo -. Poi dopo avere lavorato con la sinistra negli ultimi anni, mi sono reso conto che la sinistra voleva annullarci, distruggerci. Per questo siamo stati portati a un’alleanza che Berlusconi è tornato a offrirci”. Usa proprio questa parola, Lombardo: costretto. “Si’, sono costretto dal fatto che in condizioni normali non l’avrei mai fatto. Devo farlo per garantire la sopravvivenza di un movimento nato nel 2005 per il quale ho dato lacrime e sangue. Io gattopardesco? Non c’entra nulla, a tutto avrei pensato tranne che a dovermi candidare. Anche mio figlio ora è in Regione: ecco l’ennesima prova che a tutto avrei pensato tranne che a scendere in campo”.

L’ex presidente della Regione respinge le accuse di essere “impresentabile” per il processo con l’accusa di associazione esterna alla mafia: “Mi sono posto il problema – ha detto -. Ma la legge me lo consente. Poi arrivo a un processo per il quale ho chiesto il rito abbreviato e per il quale la pubblica accusa per tre volte aveva chiesto l’assoluzione”.

 

Alle elezioni si candida anche Roberto Di Mauro, capogruppo all’Assemblea regionale siciliana per l’Mpa, anche lui sotto inchiesta: “Lui ha una richiesta di rinvio a giudizio – ha confermato Lombardo -. D’altronde non si può fermare la vita politica di una persona che è in corsa. Poi se Di Mauro verrà eletto posso assicurare che opterà per rimanere dove è, all’Ars”. L’ex governatore ha svelato che potrebbe fare anche lui la stessa scelta: “Anche io potrei prendere voti, essere eletto e dopo un po’ dimettermi e passare la mano. Non è un ‘chissenefrega’, andare al Senato è un grande onore. Ma se la vicenda giudiziaria dovesse concludersi male, potrei lasciare il seggio”.

Lombardo però ha respinto i paragoni con Dell’Utri: “Lui è approdato in Cassazione e all’appello è stata richiesta una pesante condanna per lui. Sono situazioni assolutamente da non paragonare”.

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