Gea Schirò Planeta ospite di Si24.it. “Aiuti alle famiglie, meno burocrazia: la ricetta per il Sud”

di Redazione

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Gea Schirò Planeta ospite di Si24.it. “Aiuti alle famiglie, meno burocrazia: la ricetta per il Sud”

| martedì 05 Febbraio 2013 - 09:30

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PALERMO, 5 FEBBRAIO 2013 – Gea Schirò Planeta, capolista alla Camera per la Sicilia occidentale della lista “Scelta civica con Monti”, è ospite di Si24.it per parlare della campagna elettorale in vista delle prossime politiche del 24 e 25 febbraio.

 

Insieme al Movimento 5 Stelle, la lista Monti rappresenta la vera novità di questa tornata elettorale. C’è il rischio che i tempi siano troppo stretti per far comprendere il vostro messaggio agli elettori? 

“La gente è più intelligente di quanto i politici a volte li considerino. Gli elettori sono più attenti. C’è un grande disorientamento civico e sociale, e molti sono ostili all’idea di un governo centrale. Ma la moderazione fa parte dell’animo dei siciliani, non si faranno scaldare dalle rivendicazioni sterili e ascolteranno i programmi. Rivendicazioni sterili sono per esempio gli insulti di Grillo. Per la nostra grave situazione economica, bisogna ragionare come se fossimo al governo lanciando idee più concrete e certamente applicabili. Comunque è molto difficile reggere il ritmo e i toni della campagna elettorale”.

 

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Una volta eletti, a meno di una vittoria netta, dovrete porvi il problema delle alleanze. L’Udc di Casini influenzerà il vostro orientamento?

“Casini non è soltanto un alleato, ma parte fondante del nostro movimento e del nostro progetto. Sicuramente, in Parlamento si porrà l’istanza delle alleanze e degli accordi, ma mi sembra fisiologico che l’alleanza più probabile sia con la parte moderata e riformista del Pd. E se fossi stata nel Pd, alle primarie avrei votato Renzi. Bersani ha stravinto le primarie e questo lo ha obbligato a seguire le maggioranze che lo hanno votato, tra cui per esempio i sindacati che hanno allontanato il Pd da Monti. Una vittoria di misura su Renzi avrebbe permesso anche al leader del Pd una maggiore possibilità di movimento con gli altri schieramenti”.

 

I mercati finanziari stanno reagendo alla campagna elettorale italiana. Quali sono gli effetti?
“Questa mattina, per esempio, lo spread è salito. Le dichiarazioni di Berlusconi sull’Imu e le sue promesse da imbonitore, secondo le testate economiche straniere, rovinano i mercati. La paura che il mondo ha che l’Italia possa essere rappresentata ancora da Berlusconi turba i mercati”.

 

Che scenario economico e politico immagina per l’Italia se dovesse vincere Bersani?
“Se dovesse vincere la coalizione di Bersani posso immaginare che faremmo parte di una serie di nazioni, come il Belgio, che si attestano a un buon livello di credibilità e competenze internazionali. Ma una vittoria esclusiva de “L’Italia bene comune” sarebbe comunque un limite, per via dell’apporto massimalista della Cgil e di Sinistra Ecologia e Libertà. La nostra coalizione rappresenta invece una fetta più reale di società, meno estremista.
Inoltre, dobbiamo considerare che una maggioranza alla Camera che non si rispecchi al Senato sarebbe veramente un problema e il Parlamento si trasformerebbe in un suk: si dovrebbe mercanteggiare su ogni singolo provvedimento”.

 

Un nostro lettore chiede se, visto che nelle liste Monti ci sono molti imprenditori e professionisti, sarete in grado di interpretare i bisogni di operai e impiegati?
“Non è una lista di capitalisti incapaci di recepire le istanze dei ceti più poveri, anche perché imprenditori e operai e impiegati sono le due facce della stessa medaglia, soprattutto nelle piccole e medie imprese. Molti imprenditori sono rappresentanti del ceto medio”.

 

Che sensazione state ricavando dal vostro rapporto con gli elettori?
“Esiste una fascia di elettori siciliani, diciamo sopra i 25 anni, che ha un voto conservatore, non so se per chiacchiere familiari o pigrizia mentale. Comunque è abituato a pensare che con il voto si debba andare su chi si conosce. A me questo dispiace molto, perché io faccio parte di una generazione che si è sempre esposta molto, però io ho fiducia. Ho la sensazione che molta gente ci voterà, anche senza dire di averlo fatto. E poi ho dovuto purtroppo constatare che i siciliani chiedono favori ai politici per ottenere dei diritti che gli spettano. Questo è molto preoccupante”.

 

Qual è la vostra programmazione economica per la Sicilia?
“Noi abbiamo preparato una bozza di agenda Sicilia che abbiamo inoltrato al presidente Monti, che tra l’altro concluderà a Palermo il 19 febbraio il suo giro elettorale di chiusura della campagna elettorale del Meridione. Alcune delle proposte inserite sono, per esempio, favorire la continuità territoriale, offrendo ai residenti uno sconto per i passaggi aerei; omologare l’Iva dei trasporti su ruota alimentari a quella dei prodotti alimentari, che è agevolata al 4 per cento; 30 mila nuovi posti negli asili nido ogni anno per i prossimi cinque anni; l’estensione da uno a tre anni del periodo sottoposto al controllo del Ministero del Lavoro per le donne in maternità. Sull’Imu, che pochi sanno che è stata introdotta da Berlusconi, per esempio esiste già una detrazione di 200 euro sulla prima casa e di 50 euro per ogni figlio, la proposta che abbiamo fatto è quella di aumentare la detrazione a 100 euro per ogni figlio. Sulle infrastrutture, è necessario semplificare la nostra “quintupla burocrazia”: Europa, Italia, Regione, Provincia e Comune; per questo cercheremo la collaborazione delle istituzioni locali. È necessario anche lavorare per un uso totale dei fondi strutturali. Insomma, non voglio sentire promesse demagogiche. Abbiamo ragionato su proposte concrete che possano veramente migliorare la vita sociale ed economica dei siciliani”.

 

Quindi non c’è la proposta di eliminare l’Imu, solo una riformulazione.
“Chi dice di poter tagliare l’Imu, o restituirla addirittura, usa le tecniche del populismo. Nei numeri, eliminare l’Imu significherebbe creare un buco, tra Stato e Comuni, di altri 24 miliardi di euro che impedirebbe – nei fatti – di tagliare le tasse sui lavoratori e sulle imprese, quelle utili cioè al sostentamento delle famiglie e perciò alla crescita del paese”.

 

Come mai ha scelto di candidarsi? E come mai nella Lista Monti?
“Mi è stato chiesto da Mario Marazziti, capolista della lista “Scelta civica con Monti” del Lazio, (esponente della comunità di Sant’Egidio, n.d.r.). Mi hanno chiesto se ero disposta a candidarmi. La mia prima risposta è stata “no”, perché non pensavo di tornare a occuparmi di politica. Poi, invece, ne ho discusso con alcune persone per me importanti, mio marito, i miei migliori amici, e alla fine ho accettato per una vocazione di servizio, vista l’emergenza sociale in cui viviamo. Poi mi hanno detto che sarei stata terza nella lista per il Senato, quindi ero ancora più pensierosa e preoccupata. Dopo qualche giorno, mi hanno comunicato che sarei stata capolista alla Camera. A quel punto ero preoccupatissima. Ma anche contenta per il grande onore”.

 

In quale provincia spera di prendere più voti?
“Dappertutto! No, veramente, vivo a Palermo, sono nata a Contessa Entellina, e ho vissuto vent’anni a Trapani. Insomma, questa è la mia parte di Sicilia”.

 

La campagna elettorale sta cambiando la sua vita quotidiana?
“Ho ritmi abbastanza frenetici ma cerco sempre di difendere due o tre punti saldi, evitare di far tardi la sera e pasti in famiglia. Ho due figli di 14 e 15 anni, continuo a seguire un Corso di ebraico, che faccio da anni: è un gruppo molto unito al quale non voglio rinunciare. Non bisogna perdere la normalità. Siamo una squadra straordinariamente normale, come dice anche Monti”.

 

Un nostro lettore dice che la lista Monti è una lista “di vecchi”…
“Lo nego. Noi siamo politicamente e culturalmente giovani. E puntiamo soprattutto sulla credibilità”.

 

 

 

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