Magda Culotta (Pd) ospite di Si24: “Ecco come la Sicilia cambierà l’Italia. Con Monti dialogo aperto”

di Redazione

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Magda Culotta (Pd) ospite di Si24: “Ecco come la Sicilia cambierà l’Italia. Con Monti dialogo aperto”

| mercoledì 06 Febbraio 2013 - 08:40

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PALERMO, 6 FEBBRAIO 2013 – Magda Culotta, candidata per la Camera del Pd, è stata ospite di Si24 per raccontarci la sua esperienza in campagna elettorale.

Si susseguono le aperture di Bersani a Monti e di Monti a Bersani. Un abbraccio che avrà luogo in Parlamento, una volta eletti?

“È un’apertura. Considerata la legge elettorale e i risultati che questa può provocare in Regioni chiave, come per esempio la Sicilia, alcune alleanze si dovranno fare. E Bersani è più probabile che apra a Monti, che ci ha ridato credibilità, soprattutto nei confronti degli altri paesi europei”.

 

Come potrebbe prenderla Vendola, che è uno dei più accesi contestatori di Monti?

“Non penso che Vendola possa far saltare la coalizione. Si è andati insieme per governare l’Italia. Ma si dovrà pur dialogare, si dovrà ragionare con gli altri su dei temi. Dialogo, non alleanze prestabilite”.

 

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Il suo slogan è “La Sicilia che cambia l’Italia”. Cosa c’è dietro?

“La “Sicilia che cambia l’Italia” è uno slogan che serve soprattutto per responsabilizzare gli elettori siciliani. Sono infatti soprattutto loro, con il risultato che decideranno per il Senato, che ci potranno permettere di governare e di cambiare l’Italia.

Ma anche la Sicilia che cambia l’Italia per le idee originali e illuminate che hanno sempre i meridionali, penso per esempio ad Addiopizzo, e che dobbiamo imparare ad esportare. La Sicilia non è soltanto la palla al piede del Paese, come la definiscono i leghisti”.

 

Crocetta è ancora un alleato importante per voi, nonostante la creazione della sua lista “Il megafono” per il Senato?

“Crocetta è un elemento fondamentale della coalizione. I suoi modi “dirompenti” nel rivoluzionare l’apparato amministrativo regionale stanno conquistando molti siciliani. E proprio per lo smottamento che c’è nel consenso che sostiene i partiti è importante per noi che stia dalla nostra parte”.

 

Renzi e Bersani sono le due anime del Pd. Lei, così giovane, dovrebbe essere renziana…
“Invece sono bersaniana convinta e spregiudicata. Rispetto tantissimo Renzi e il suo modo di fare politica, apprezzo ciò che ha fatto per la sua città e anche l’apporto che ha portato al Pd. In sua assenza, per esempio, non si sarebbe nemmeno pensato di fare le primarie per la leadership. Quindi gli attribuisco grande stima e grande pregio. Ma in Bersani io trovo tantissimo carisma e tantissima preparazione e apertura verso i giovani, che ha dimostrato per esempio con le parlamentarie: portando certamente un rinnovamento dei rappresentanti delle liste, almeno il 60 per cento degli eletti saranno volti nuovi, e il 40 per cento donne. Poi Bersani è una persona che dà molta sicurezza”.

 

Crede che sia giusto che Renzi sia più visibile in questo momento della campagna elettorale?
“Assolutamente sì, perché ha dimostrato di lavorare per il Pd, nonostante abbia perso le primarie. Ha smentito tutti quelli che dicevano che se ne sarebbe andato e avrebbe creato il suo partito”.

 

Che ne pensi del fatto che ci sia una lista della Lega in Sicilia?
“Si tratta di un atto di autolesionismo. Autolesionismo, per esempio, del sindaco Scrivano verso se stesso, ma anche per la sua comunità e per tutta la Sicilia. Ha creato il caos nel suo comune, per via di tutte le dimissioni che sono state date dopo la sua candidatura. Segno del fatto che i siciliani non potrebbero mai accettare un governo leghista, perchè i leghisti hanno già dimostrato di essersi presi i nostri fondi strutturali per pagare le loro quote latte”.

 

Se eletta, resterà sindaco?

“Sì, resterò sindaco, perché il Comune è sotto i 20 mila abitanti. Dovrò soltanto organizzarmi bene, ma non ho dubbi che saprò farlo”.

 

Da sindaco di un piccolo paese al Parlamento nazionale. Non è un passaggio troppo repentino?
“L’opportunità si è posta adesso e quindi ho deciso di farlo. Credo sia più difficile fare il sindaco oggi, per via della gestione amministrativa di un Comune con sempre meno risorse a disposizione. Se ci fosse stato un sindaco, per esempio, mentre in Parlamento approvavano il vincolo di stabilità, sicuramente avrei detto no e avrei fatto opposizione. Questo è uno di quegli esempi che mi fa pensare che essere sindaco ed essere in Parlamento sia un valore aggiunto”.

 

Che ne pensa della proposta del M5S di accorpare i piccoli comuni?
“È una cosa di cui vergognarsi. Cercano di far credere che questo sia un modo per tagliare i costi. L’Italia è l’Italia dei Comuni, delle mille identità, culture, tradizioni. C’è una memoria storica che non si può uccidere: un ottantenne del mio paese non capirebbe di essere accorpato, per esempio, a Castelbuono, i cittadini e soprattutto gli anziani si riconoscono anche nella propria amministrazione”.

 

Quali sono le sue opinioni in merito all’Imu? Sia da sindaco che da possibile parlamentare.
“Da sindaco, penso che se lasciassero i fondi raccolti interamente ai comuni, avrebbe un senso applicarla. Da parlamentare, invece, sono convinta che dovremo lavorare per alleggerirla e tentare di eliminarla sulla prima casa almeno per i più indigenti, tentando di colmare quel buco che si creerà con la progressività della tassa. Noi a Pollina abbiamo dovuto aumentare l’aliquota sulle seconde case ed è stato mortificante il fatto di doverne cedere parte allo Stato. Fare il sindaco oggi è molto complicato anche per questo: come faccio a spiegare ai cittadini che io sono l’esattrice del Governo. Noi amministratori locali siamo in balia dell’amministrazione centrale”.

 

Una nostra lettrice denuncia la marginalità di temi quali Università, ricerca e cultura nei programmi di questa campagna elettorale e chiede la sua opinione in merito.
“Non è vero che il Partito democratico è defilato rispetto ai temi della scuola, dell’Università e della ricerca. Anzi, in questi anni abbiamo cercato in tutti i modi di fermare gli attacchi del governo Berlusconi alla cultura e all’istruzione.
I punti principali sui cui lavoreremo sono due: riorganizzazione del Ministero per i Beni culturali e collaborazione con le regioni per l’utilizzo dei fondi strutturali per la cultura“.

 

Qual è una misura di politica economica che si batterà per fare approvare?
“Dobbiamo fare in modo che il lavoro precario costi anche un solo euro in più del lavoro stabile, cosicché i datori di lavoro siano maggiormente incentivati ad assumere i lavoratori. Inoltre alla proposta europea del salario minimo garantito, noi aggiungiamo anche quella del “lavoro minimo garantito”. Dobbiamo anche riformare la politica dei tirocini e degli stage, che attualmente hanno soltanto la parvenza di un posto di lavoro, ma in realtà sono strumenti dei datori di lavoro per mantenere i giovani nel precariato”.

 

Come sta reagendo la sua famiglia, suo marito in particolare, a questo suo impegno in campagna elettorale?
“La mia famiglia è euforica in questo momento. È chiaro che bisognerà abituarsi a quello che sarà a breve il doppio impegno istituzionale. Mio marito, che non è un politico, quando può mi accompagna e quindi è un modo per condividere la mia vita. Il fatto che lui ci sia e che sia partecipe lo rende più consapevole dei miei impegni e delle mie difficoltà”.

 

Francesco Musotto, altro illustre cittadino di Pollina, voterà per lei?
“Non lo so, ma non escludo che possa farlo”.

 

 

 

 

 

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