Simona Vicari al Forum di Si24: “Berlusconi determinante per il Pdl”

di Redazione

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Simona Vicari al Forum di Si24: “Berlusconi determinante per il Pdl”

| giovedì 14 Febbraio 2013 - 17:25

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PALERMO, 16 FEBBRAIO 2013 – Simona Vicari, senatore uscente e candidata per il Pdl al Senato, è stata ospite dei forum di Si24.

 

Chi vince e chi perde queste elezioni?
“Vincono o perdono quelli che i siciliani vorranno far vincere o perdere. Solo che io questi siciliani non li ho capiti bene: da un lato si lamentano del sistema clientelare, vogliono la meritocrazia e hanno tante altre richieste assolutamente comprensibili e condivisibili. Però spesso non comprendono dove sta la verità e attraverso quali strade si possano raggiungere i loro obiettivi e così vanno a consegnarsi sempre nelle mani del carnefice”.

 

E chi è il carnefice?
“Crocetta. Crocetta ha fatto, anche se in maniera più subdola – perché fa passare tutto sotto il logo dell’antimafia – le stesse operazioni trasformistiche di Lombardo. Lombardo era un dilettante al confronto. E i registi di queste manovre sono Salvatore Cardinale, esponente della Prima Repubblica e democristiano nell’animo, e Beppe Lumia. D’altronde, Crocetta se l’è lasciato sfuggire che il suo obiettivo è quello di fare una nuova Dc. Non dimentichiamo che erano proprio loro gli sponsor dell’alleanza del governo Lombardo con la sinistra. Sono cambiati gli addendi, ma il risultato non cambia”.

 

Dobbiamo dedurre che siete convinti che il dato regionale influenzerà il risultato nazionale, altrimenti non sareste così preoccupati di Crocetta?
“Sì, ovviamente un po’ sì, soprattutto per il Senato, anche perché in Sicilia si gioca anche la partita del premio di maggioranza. Il Pd ormai è un partito di governo, ha ragione Crocetta: sono la nuova Democrazia Cristiana. Parlano tanto di rivoluzione, ma gli uomini sono sempre gli stessi e i metodi pure. Si parla tanto di antimafia, ma temo che la loro sia un’antimafia d’apparato: quella per cui o sei con loro o sei contro di loro. Un atteggiamento in cui io vedo qualcosa di mafioso. E purtroppo in Sicilia le fila le tira chi occupa Palazzo d’Orleans”.

 

Quattro mesi fa si diceva che la vostra battaglia fosse persa, oggi invece si parla di possibilità di vincere. Sembrerebbe quindi che funzioni ancora un “effetto Berlusconi”. Questo è un limite o un pregio per il centrodestra?
“Quando Berlusconi scende in campo, poi mette la freccia e supera tutti. Io, personalmente, sono stata felice quando il presidente ha preso questa decisione. Ma questo, mi rendo conto, è anche un limite per il Pdl, perché è stato dimostrato che non siamo ancora un partito strutturato e in grado di sopravvivere senza di lui”.

 

Deve essere stato anche un dispiacere visto che Angelino Alfano sarebbe stato l’erede…
“Alfano aveva bisogno sì dell’ “incoronazione” di Berlusconi, ma forse la sua nomina doveva nascere anche dalla base del partito. Secondo me, fino a che ci sarà Berlusconi, le primarie nel Pdl non si faranno”.

 

Come si potrà governare se non ci sarà una vittoria netta di una coalizione o di un’altra?
“Non lo so. E non credo che ci sarà una vittoria netta, né alla Camera né al Senato. Il nostro purtroppo è un Paese in cui, senza il coinvolgimento di alcune forze politiche, è impossibile fare le riforme. Quindi un tentativo di mettere insieme un governo “terzo”, di transizione, non di tecnici ma di politici sarebbe un esperimento da provare. Come ha fatto per esempio la Merkel in Germania e come avviene in America. Quelli però sono Paesi dove chi perde ammette di aver perso e, da opposizione, collabora per le riforme. Invece in Italia intanto non perde mai nessuno e comunque chi perde dal giorno dopo comincia a demolire chi ha vinto. Comprendo che in campagna elettorale si spari tutti l’uno contro l’altro, ma dal giorno dopo le elezioni, si deve lavorare per il Paese”.

 

Lei è d’accordo con una riforma presidenzialista, dunque, dell’ordinamento italiano?
“Certo. Assolutamente sì. In Italia occorre uno scatto d’orgoglio e un salto culturale”.

 

Secondo lei, in Sicilia, Monti riuscirà ad sottrarre una parte del voto moderato?
“No, in Sicilia non credo. A livello nazionale forse la sua presenza può incidere, ma in Sicilia le organizzazioni e i poteri che Monti può rappresentare non sono poi così forti. La politica a livello regionale è più legata alla gestione del potere che all’ideologia”.

 

Nella vostra coalizione c’è anche Raffaele Lombardo, con cui avete avuto un rapporto conflittuale nella scorsa legislatura regionale?
“Sì, ma io non l’ho veramente vissuta questa alleanza, che esiste più per convenienze legate al funzionamento della legge che per reale condivisione. Per me l’alleanza è soltanto quella che c’è tra Pdl e Lega Nord. Ci sono partiti a cui guardo con interesse fuori dalla coalizione, come per esempio quello di Oscar Giannino. La sua presenza è un bene per la politica”.

 

Chi è il vostro candidato premier?
“Berlusconi farà certamente un “passo di lato”. Alfano potrebbe esserlo, ma non esiste ancora un candidato designato”.

 

Potrebbe essere lei?
“No, io no (arrosisce, n.d.r.)“.

 

Potrebbe essere Giorgia Meloni?
“Giorgia è una buona candidata, anche se non sto apprezzando alcune sue dichiarazioni da campagna elettorale. Ha detto, ad esempio, di vergognarsi di essere stata nel Pdl, ma lei il ministro l’ha fatto perché l’ha chiamata Berlusconi, forse ci poteva pensare prima a vergognarsi”.

 

Quali saranno i primi tre provvedimenti che proporrete una volta in Parlamento?
“Innanzitutto mi batterò per l’approvazione del disegno di legge sul Codice rosa per combattere la violenza sulle donne. Se ne parla pochissimo di questa grave emergenza, c’è molta omertà. Vorremmo creare delle corsie preferenziali per le donne che, dopo una violenza, si recano al pronto soccorso, un’area dove possano sentirsi protette, dove trovino ad accoglierle medici, psicologi, magistrati. Così più donne troverebbero il coraggio di denunciare.
In secondo luogo, cercheremo di ridurre il carico fiscale sulle famiglie. Il Paese non cresce per via di un sistema di tassazione non sano. Cercheremo di riformarlo centrandolo più sulle famiglie che sull’individuo.
Infine, ci impegneremo per cambiare il nostro modo di essere europei. Non più sudditi, perché dobbiamo far capire alla gente che i soldi che ci arrivano dall’Unione europea sono soldi nostri, non sono regali che ci fanno. Certo è assurdo che poi noi non sappiamo spenderli e dobbiamo rimandarli indietro”.

 

Quanto è stanca di questa campagna elettorale?
“Molto, perché i tempi li dettano gli uomini, che non hanno idea di come si svolge la giornata di una donna”.

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