Lupo-Crocetta, un gentile regolamento di conti in cinque punti

di Redazione

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Lupo-Crocetta, un gentile regolamento di conti in cinque punti

| martedì 26 Febbraio 2013 - 15:40

lupo-giuseppe

PALERMO, 26 FEBBRAIO 2013 – Nessuno vuole dirlo troppo ad alta voce, ma qualche crepa nella roccaforte della maggioranza di centrosinistra che governa la Regione Sicilia queste elezioni nazionali l’hanno provocata.

Ieri, quando ancora bruciava la ferita di un Berlusconi che si risolleva e spariglia le carte in tavola, le dichiarazioni a caldo del segretario regionale del Pd, Giuseppe Lupo, e del leader del movimento “Il Megafono”, Rosario Crocetta, lasciano intendere che alle urne si stava anche consumando una sorta di sfida , mai dichiarata, per eleggere il più forte e il più rappresentativo tra i partiti protagonisti della maggioranza siciliana. 

 

Giuseppe Lupo, intervistato da Si24, analizza gli esiti politici e numerici di queste elezioni e lancia un messaggio chiaro e forte alla maggioranza che sostiene il governo regionale a Sala d’Ercole.

 

Rosario Crocetta, con il suo movimento e con la sua spregiudicata azione di governo, sta diventando un personaggio scomodo per il Partito democratico?
“Assolutamente no. A livello regionale siamo impegnati a sostenerlo lealmente e continueremo su questa strada. Come Pd, presto, collaboreremo con lui per la definizione di alcuni aspetti della Finanziaria, come per esempio per la riforma delle province”.

 

Ieri il governatore non è stato certo gentile definendo “cretinate” le sue critiche all’azione del Governo regionale…

“Non ho mai detto testualmente che Crocetta deve rendere più incisiva la sua azione di governo, per cui voglio credere che nemmeno lui abbia usato letteralmente questa espressione”.

 

Non ci sono quindi problemi di tenuta della coalizione in Sicilia?
“Da parte nostra no, ma sono più preoccupato per quello che sta accadendo tra il presidente della Regione e l’Udc. Le dichiarazioni che ho letto sugli organi di stampa durante la campagna elettorale possono impensierire. Crocetta ci ha accusati di non aver capito che la chiave del successo era l’alleanza con l’Udc anche a livello nazionale, ma non potevamo certo costringerli. Loro hanno scelto di stare con il premier Monti e adesso ne pagano le conseguenze: quando l’Udc si allea con i partiti del centrosinistra vince, quando sceglie di isolarsi resta fuori dai Palazzi”.

 

Il risultato della coalizione di centrosinistra la soddisfa?
“Ovviamente avremmo sperato in qualcosa di meglio. Ma il Pd ha lottato da solo, altro che coalizione. Il risultato di Sel è stato disastroso, soprattutto in Sicilia. Qui, poi, ci saremmo aspettati qualcosa di più anche da Crocetta e dal suo “Megafono”. Rispetto alle regionali, ha soltanto confermato il suo dato, non è cresciuto: al 6,16 per cento era e al 6,17 è rimasto. Forse, invece di dedicarsi a imbarcare transfughi, avrebbe dovuto concentrarsi per rinforzare il voto di opinione in Sicilia. Quello stesso voto che, in fin dei conti, è andato a confluire nel Movimento 5 Stelle di Grillo. Tra l’altro Crocetta aveva annunciato che alle elezioni avrebbe preso più voti del Pd: sicuramente si è lasciato prendere dall’euforia della campagna elettorale. Noi abbiamo lavorato per prendere più voti del Pdl, non più voti dei nostri alleati”.

 

Insomma,esiste qualche malumore da mettere da parte per tornare a lavorare insieme in Sicilia…
“Dobbiamo rendere più forte la coalizione, non certo indebolirla e per questo ci sarà l’impegno di tutti, spero. Crocetta è una persona seria e non starà pensando di liberarsi di chi lo ha sostenuto fino a ora”.

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