Schifani non ha dubbi: “Sono vicini i tempi del 61-0”. E i big le “suonano” a Crocetta

di Redazione

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Schifani non ha dubbi: “Sono vicini i tempi del 61-0”. E i big le “suonano” a Crocetta

| lunedì 04 Marzo 2013 - 13:17

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PALERMO, 4 MARZO 2013 – Il risultato ottenuto alle elezioni nazionali ha rinvigorito il Pdl. E il partito di Silvio Berlusconi e Angelino Alfano oggi sogna di riconquistare la Sicilia, interamente. E così si compatta contro il presidente della Regione Rosario Crocetta, accerchia l’Udc e tenta di minarne l’adesione al governo, lusinga il Movimento 5 Stelle cercando di dissuaderlo a stringere accordi con il Pd.

 

Più che una chiusura, l’evento all’Hotel delle Palme di Palermo sembra l’inizio di una campagna elettorale. E probabilmente lo è, con il Partito delle Libertà pronto già a combattere per vincere le prossime amministrative.

 

“Dopo la fine del mio incarico – dice il presidente del Senato uscente, Renato Schifani – mi occuperò a tempo pieno del mio territorio e della costruzione di nuovi e più forti rapporti tra il partito e gli elettori. La nostra isola era, per noi, un test fondamentale: conquistare una regione dove non governiamo è un risultato incredibilmente importante. Per quanto ci riguarda, abbiamo ottenuto un grande risultato che servirà certamente a rinforzare la fiducia nella classe dirigente siciliana di centrodestra. Ora l’Italia ha bisogno di un governo che assicuri continuità. Se i moderati si fossero presentati insieme avrebbero vinto largamente – conclude Schifani – e ci sarebbe adesso una forte maggioranza per il Governo. Oggi abbiamo invece un Paese spaccato in quattro, tra centrodestra, centrosinistra, Grillo e centro. Questo si è compreso. Ma sono convinto che vinceremo le amministrative in Sicilia, dove il Pdl è stato premiato. Restando uniti torneremo velocemente ai tempi del 61-0″.

 

“Queste elezioni – afferma il coordinatore regionale del Pdl e neo parlamentare alla Camera dei Deputati, Giuseppe Castiglione – hanno dimostrato che in Sicilia c’è una classe dirigente vincente, un gruppo politico molto coeso che ha aggiunto valore alla proposta di Silvio Berlusconi. Dobbiamo fare ogni sforzo per restare uniti, perché uniti si vince. Inoltre, cambia anche la prospettiva con cui interpretare le elezioni regionali di ottobre, una vittoria di Pirro, come l’ha definita il segretario Alfano. Una tornata tutta da riscrivere”.

 

E proprio sul governatore Rosario Crocetta si concentrano le attenzioni dei big del Pdl. “Il presidente della Regione – dice Antonio D’Alì, neo eletto senatore del Pdl – ha girato la Sicilia durante la campagna elettorale lusingando i sindaci, promettendo incarichi di sottogoverno, ma non ha convinto nessuno, e si deduce dal pessimo risultato che ha ottenuto in campagna elettorale il suo movimento. Il suo atteggiamento schizofrenico non conquista. E, personalmente, credo che non durerà, ma poiché governa utilizzando vecchie logiche di spartizione del potere, non sarà facile riportare i siciliani alle urne”.

 

Sulla genesi del movimento “Il megafono” di Crocetta, la neo senatrice Simona Vicari ha la sua ipotesi: “Nasce soltanto – dice Vicari – per trovare una collocazione a Beppe Lumia che il Pd non aveva voluto tra le sue fila. Non si trattava certo di un progetto ideologico, quanto piuttosto di un esercizio di potere”.

 

“Le idee battono sempre il potere – aggiunge Alessandro Pagano, secondo mandato a Montecitorio – Crocetta ha fatto campagna acquisti, noi abbiamo spiegato al Paese come stavano le cose. Sul fronte nazionale, spero soltanto che adesso il Pd non sprechi questa occasione e sappia fare ciò che la Merkel ha realizzato in Germania: creare una grande coalizione che sappia utilizzare le sue risorse migliori per governare nell’interesse dell’Italia. Prima che uomini di partito siamo padri di famiglia ed è ai nostri figli che dobbiamo pensare e garantire loro un futuro meno incerto. Un grande ruolo lo avrà Napolitano: il suo carisma e la sua competenza saranno fondamentali in questa fase”.

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