D’Alia: “Potremmo ritirare il sostegno”. Maggioranza regionale a rischio sull’abolizione delle Province

di Redazione

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D’Alia: “Potremmo ritirare il sostegno”. Maggioranza regionale a rischio sull’abolizione delle Province

| martedì 05 Marzo 2013 - 14:59

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PALERMO, 5 MARZO 2013 – “Tsunami” non è il pacchetto di riforme proposto da Crocetta e dalla sua Giunta, quanto piuttosto il maremoto che si sta abbattendo sul presidente della Regione e sul disegno di legge di abolizione delle Province. E gli strali arrivano non soltanto dall’opposizione, ma anche dai ranghi del suo partito e dagli alleati.

 

“Un testo burla, una bufala”, ha scritto Gianpiero D’Alia, segretario regionale dell’Udc, su Facebook. “Non sono io che non ho letto il testo – ha aggiunto, rispondendo al governatore che lo invitava a leggere il testo del disegno di legge prima di criticarlo – bensì è lui che lo ha letto ma non l’ha capito. Pensare di cambiare il nome alle Province chiamandole unione o consorzi di comuni, prevedendone, inoltre, l’ampliamento del numero con una delibera di giunta, mi sembra obiettivamente una presa in giro che rischia di bruciare i pochi risparmi di spesa. C’è un confine tra populismo e buon governo”. E conclude annunciando che del sostegno alla maggioranza del Governo Crocetta “se ne parlerà sabato prossimo al nostro comitato regionale”.

 

“Le Province vanno abolite veramente – aggiunge il deputato regionale siciliano dell’Udc, Lillo Firetto – poiché quelle attuali sono già liberi consorzi. Non è quindi pensabile un semplice mutamento di denominazione. Occorre eliminarle e procedere alla riforma della burocrazia regionale distribuendo le competenze tra Comuni e Regione”.

 

Il vicepresidente della commissione Affari istituzionale, Giovanni Panepinto, del Pd, intanto ha fatto sapere che il testo del ddl non è ancora arrivato in Commissione. “Il testo – spiega il deputato regionale – deve essere approvato dalla Commissione prima di arrivare a Sala d’Ercole. A esprimersi deve essere l’Assemblea regionale, non gli studi televisivi“.

 

E proprio perchè il testo non è ancora arrivato a Palazzo dei Normanni, il presidente della prima commissione e deputato del gruppo “Democratici e riformisti per la Sicilia”, Marco Forzese, ha rinviato, infatti, a domani la convocazione per la discussione del ddl. “Mi adopererò già da domani – ha detto – perché in tempi brevi approdi in aula un testo di legge largamente condiviso dalle forze parlamentari. Sono altresì convinto che dal taglio delle province nascerà una nuova forma di autogoverno dei territori che, al di là dei nuovi supposti consorzi tra enti, potrà favorire le decisioni dal basso anche in merito alle politiche energetiche ed ambientali”.

 

E sempre dal Partito democratico, la critica del capogruppo Baldo Gucciardi: “Sarebbe un’omissione grave – dice – non ricordare che già nella scorsa legislatura era stato proprio l’iniziativa del gruppo parlamentare Pd a proporre il voto sull’abolizione delle Province, non andato a buon fine solo per il voto contrario del centrodestra”.

 

Andrea Aiello, assessore al Personale della Provincia di Palermo, si preoccupa invece dei dipendenti delle Province: “Qualunque riforma il governatore Crocetta voglia fare – dice – non può compiersi sulla pelle dei lavoratori, specialmente in questo momento di incertezza insopportabile nel mondo del lavoro”.

 

Più duri i toni dei rappresentanti dell’opposizione. “Assistiamo attoniti – dice il capogruppo del Pdl all’Ars, Francesco Scoma – al circo mediatico messo su dal presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta. Registriamo l’ennesima raffica di annunci contenenti (improbabili) riforme. E con grande disappunto constatiamo che, a fronte di tutto questo (deprecabile) show, stamattina i lavori della commissione Affari Istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana sono stati rinviati per l’assenza del Governo”.

 

“È l’enfasi del nulla”, rincara il parlamentare regionale Nino Germanà, del Pdl.

 

Roberto Di Mauro, capogruppo all’Ars del Partito dei siciliani-Mpa, definisce “curioso” il comportamento del presidente Crocetta: “Prima ha indetto le elezioni amministrative, poi ha avviato l’analisi della legge, poi ha annunciato una proroga di tre mesi, poi di un anno, ora l’abrogazione. La realtà – conclude Di Mauro – è che si trova stretto tra le pressioni dei “grillini” e le richieste di coloro ai quali, in campagna elettorale per le Politiche, aveva promesso candidature nelle loro province”.

 

 

Secondo Marco Falcone, deputato del Pdl all’Ars, “l’emissione dei Trinacria Bond, garantiti da un patrimonio mai perfettamente individuato né tantomeno stimato,
negoziati dall’Irfis, finanziaria della Regione, non offre nuove e più concrete garanzie ai creditori. Questa idea del Governatore, sebbene suggestiva, manca di quel necessario percorso che ne garantisce la validità”.

 

Critico anche il sindacato Cisl. “Il mandato che i siciliani hanno dato al governatore Crocetta – dice il segretario regionale della Fiba Cisl, Anna Cutrera, commentando le decisioni della Giunta – non equivale all’investitura di un principe”. “Siamo chiaramente d’accordo – afferma Maurizio Bernava, segretario Cisl Sicilia – con l’abolizione delle Province. Lo diciamo da mesi, prima ancora che nascesse questa esigenza nel governo regionale, che ci appare puramente politica più che di vero intento di risanamento amministrativo. Ma ciò che ci preoccupa davvero è il fatto che il presidente Crocetta non avverta l’esigenza di favorire il confronto sociale con i rappresentanti dei lavoratori e dei pensionati, non possiamo andare avanti con altri annunci privi di piani economici e percorsi giuridici, per stare dietro alle esigenze politiche”.

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