La Cisl contro la Regione: “Rotazioni? No, grazie”

di Redazione

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La Cisl contro la Regione: “Rotazioni? No, grazie”

| mercoledì 06 Marzo 2013 - 18:59

cisl

PALERMO, 6 MARZO 2013 – La Cisl dice no al giro di trasferimenti avviato dal Governo Crocetta nei dipartimenti regionali. “La Cisl non è contraria alle rotazioni. È contraria a ‘queste’ rotazioni”. Il sindacato non fa un passo indietro e ribadisce la rottura delle relazioni sindacali.

Se ne è discusso oggi nel corso di un’assemblea organizzata dalla Cisl Funzione pubblica a Palermo, alla quale hanno partecipato i dirigenti sindacali tra cui Gigi Caracausi, Paolo Montera e Maurizio Bernava. Presente anche l’assessore alla Funzione pubblica, Patrizia Valenti.

Quella del sindacato non è una chiusura definitiva, la Cisl si dice pronta a ridiscuterne purchè siano poste regole certe alla base dei trasferimenti.

“Adesso – ha detto il segretario generale della Cisl Funzione pubblica Gigi Caracusi – basta con lo show, col circo. Quelle messe in atto dal governo non sono rotazioni, ma semplici trasferimenti, visto che i posti ‘liberati’ non sono stati riempiti con altro personale. E il risultato è sotto gli occhi di tutti: uffici vuoti, pratiche ferme e disagi per i cittadini. Quella portata avanti da Crocetta è solo una forma di ‘clientela mediatica’. Basta fare un giro per gli assessorati, dove regna il caos e la paura: i dipendenti non si sentono garantiti, hanno persino timore di aprire bocca”.

 

La denuncia è precisa ma ci sono anche altri aspetti che Caracausi sottolinea, tirando il ballo il caso del dirigente “spostato” dalla Segreteria generale perché genero di un presunto boss: “Qui – affonda Caracausi – abbiamo rasentato l’assurdo. Crocetta renda pubblici i nomi dei dipendenti inquisiti, semmai, invece di mettere alla berlina una persona solo per una sua parentela. Per attuare i principi di legalità basta attenersi alle norme vigenti e a fatti concreti, non certo agli slogan che espongono le persone al pubblico ludibrio”.

 

E il tema è rilanciato dal segretario generale della Cisl Sicilia, Maurizio Bernava: “Crocetta deve capire che non è un ‘unto dal signore’. Deve comprendere che la Sicilia non è sua, ma è di tutti i siciliani. Non è possibile che si caccino i “parenti di” , e rimangano al loro posto i rinviati a giudizio. La Cisl al presidente chiede solo una cosa: la normalità. Stiamo attraversando un momento complicatissimo: l’amministrazione pubblica è in uno stato di grave indebitamento, il governo non poggia su una maggioranza politica, come si può pensare di affrontare questi temi senza il coinvolgimento di più soggetti possibili? Purtroppo – prosegue Bernava – Crocetta ha scelto la via della politica-spettacolo. E ai provvedimenti veri ha finora preferito gli slogan. Noi gli chiediamo invece di affrontare questioni serie e reali. E gli abbiamo avanzato le nostre proposte: l’attivazione dell’istituto della mobilità (al fine di eliminare l’abitudine feudale dell’atto di interpello), la predisposizione di criteri certi per le rotazioni e infine l’immediato azzeramento di tutte le consulenze, i contratti esterni e gli appalti attualmente vigenti. Proposte che si aggiungono a quelle avanzate lo scorso 29 dicembre attraverso un dettagliato documento, in parte accolto dal governo. Se davvero – conclude Bernava – Crocetta vuole seguire la strada della legalità e del risparmio, inizi da lì. In quel caso, la Cisl è pronta a dare il proprio contributo”.

 

L’assessore Valenti ha colto l’occasione per dare appuntamento ai sindacati per la prossima settimana. “Sono d’accordo – ha ammesso Valenti – sul fatto che in certi casi si è andati incontro ad alcune esagerazioni. Parlare di ‘mafiosità diffusa’ all’interno della Regione, e poi pubblicare o rendere nota la lista di dipendenti trasferiti, fa passare erroneamente il messaggio che quelle persone siano colluse. Ovviamente non è così. E, anzi, – ha aggiunto – invito i dipendenti regionali a vedere i trasferimenti come una opportunità per imparare nuove cose e per dimostrare le proprie capacità manageriali. Non possiamo negare però – ha concluso – che in alcuni uffici le cose non funzionassero bene, e i ritardi ad esempio a concedere i visti ad aziende vincitrici di bandi, ha causato una grossa mole di contenziosi nei confronti dell’amministrazione”.

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