Grasso, prime parole da Presidente: “Bisogna trovare un sentiero condiviso. E ora verità sulle stragi”

di Redazione

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Grasso, prime parole da Presidente: “Bisogna trovare un sentiero condiviso. E ora verità sulle stragi”

| sabato 16 Marzo 2013 - 20:38

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ROMA, 16 MARZO 2013 – Concordia tra le parti per una pronta risposta ai problemi del Paese, ma anche la ricerca della verità e della giustizia con una nuova commissione d’inchiesta sulle stragi. Il neo eletto Presidente del Senato Pietro Grasso nel suo discorso d’insediamento ha subito messo in chiaro quali saranno le sue priorità.

 

 

“Il Paese mai come oggi ha bisogno di risposte rapide ed efficaci, all’altezza della crisi economico-sociale e politica che sta vivendo. Per questo motivo ha bisogno di concordia. Domani è la giornata dell‘Unità d’Italia e nei 152 anni della nostra storia soprattutto nei momenti più difficili, abbiamo saputo unirci, superare le differenze, affermare i valori comuni e trovare insieme un sentiero condiviso“.

L’ex procuratore nazionale antimafia sottolinea la sua intenzione di continuare la battaglia contro la criminalità organizzata come Presidente del Senato: “Ho dedicato la mia vita alla lotta alla mafia in qualità di magistrato ed ho sempre cercato la verità e la giustizia, e continuerò a farlo da questo scranno, auspicando una nuova commissione d’inchiesta su tutte le stragi irrisolte di questo Paese”.

Ritornando alla politica, Grasso parla di come vorrebbe cambiare profondamente alcune sue regole e tende una mano alle proposte del Movimento 5 Stelle, che ha avuto un ruolo fondamentale nella sua elezione a Presidente: “La politica deve essere ripensata, nei suoi costi, nelle sue regole, nei suoi riti. Sogno che quest’aula diventi una casa di vetro, e che questa scelta possa contagiare le altre istituzioni”.

Nel suo discorso Grasso ricorda Aldo Moro, le parole di Rosaria Costa – vedova dell’agente della scorta Schifani, ucciso nella strada di Capaci – e quelle di Antonino Caponnetto: “Oggi è il 16 marzo anniversario del rapimento di Aldo Moro e della strage di via Fani che provocò la morte dei 5 agenti di scorta Raffaele Lozzino, Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera e Francesco Zizzi. Al loro sacrificio di servitori dello Stato va il nostro omaggio deferente e commosso. Oggi bisogna ridare dignità e risorse alle Forze dell’Ordine e alla Magistratura”.

“Se oggi, davanti a voi, dovessi scegliere un momento in cui raccogliere la storia della mia vita professionale precedente non vorrei limitarmi a menzionare gli amici e i colleghi caduti in difesa della democrazia e dello Stato di diritto che ho conosciuto. Non c’è infatti un solo nome e volto che può racchiuderli tutti e purtroppo, se dovessi citarli tutti, la lista sarebbe troppo lunga. Mi viene piuttosto in mente e nel cuore un momento che li abbraccia uno a uno ed è il ricordo della voce e delle parole di una giovane donna. Mi riferisco al dolore straziato di Rosaria Costa, la moglie dell’agente Vito Schifani morto insieme ai colleghi Rocco Dicillo e Antonino Montinaro nella strage di Capaci il 22 maggio 1992 in cui persero la vita i magistrati Giovanni Falcone e Francesca Morvillo“.

Grasso ha chiuso ricordando le parole che gli disse il Capo dell’ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo Antonino Caponnetto, poco prima di entrare nell’aula del maxi processo: “Fatti forza, ragazzo, vai avanti a schiena dritta e testa alta e segui sempre e soltanto la voce della tua coscienza”, dicendosi certo che, in questo momento, lo avrebbe ripetuto a ciascuno dei presenti in Aula.

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