Pd e Udc, voglia di governo politico. Si rinnova la sfida Lupo – Cracolici

di Redazione

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Pd e Udc, voglia di governo politico. Si rinnova la sfida Lupo – Cracolici

| mercoledì 27 Marzo 2013 - 16:05

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PALERMO, 27 MARZO 2013 – La tempestività di Crocetta ha anticipato le richieste che i partiti della maggioranza avrebbero avanzato questo pomeriggio nel corso del vertice programmato già la settimana scorsa.

Sia il Pd che l’Udc avrebbero chiesto la sostituzione di Battiato e Zichichi, stanchi di un atteggiamento passivo e poco costruttivo ancor più che delle polemiche gratuite e a oltranza che i due assessori vip hanno provocato sin dal loro insediamento.

E anche all’interno del Megafono si registrano voci di malumori, in considerazione dei numerosi interventi che Crocetta è stato costretto a fare in difesa delle posizioni del suo governo spesso messo alla berlina dalle provocazioni, a turno, ora di Battiato ora di Zichichi. Senza considerare che forte è la richiesta di un esecutivo più ispirato da presenze autenticamente politiche. In questo contesto Nello Dipasquale, neo sodale di Crocetta, è candidato autorevole ad una delle poltrone rimaste senza occupante.

E se l’Udc di Giampiero D’Alia (nella foto, a sinistra, con il segretario Pd Giuseppe Lupo) ne faceva una questione di principio perché troppo distanti le posizioni del partito con quelle più volte espresse da Battiato e ( soprattutto ) da Zichichi, i democratici oltre alle stesse perplessità richiedono oggi senza mezzi termini una presenza più forte in Giunta. Un’esigenza che servirebbe anche a riequilibrare il rapporto tra le varie anime del partito siciliano e a ricompensare chi, tra regionali e politiche, ha garantito un contributo forte in termini elettorali. Crocetta, di fatto, sarebbe chiamato alla mansione di arbitro dell’eterno duello tra Lupo e Cracolici.

Intanto Crocetta ha abilmente dribblato i suoi partner, depotenziando i malumori e aprendo un nuovo capitolo della storia del suo Governo con il primo rimpasto. Un’operazione che arriva a quattro mesi dall’insediamento, un ripensamento che non stravolge gli equilibri politici ma che centra un record di cui avrebbe volentieri fatto a meno: battuto Lombardo che il suo primo cambio lo realizzò dopo 6 mesi.

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