Palermo, ora cresce l’emergenza rifiuti. E il futuro fa paura a 2.250 famiglie

di Redazione

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Palermo, ora cresce l’emergenza rifiuti. E il futuro fa paura a 2.250 famiglie

| lunedì 22 Aprile 2013 - 19:24

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PALERMO, 23 APRILE 2013 – È la città che, per storia, cultura e monumenti, potrebbe essere la capitale del Mediterraneo. È la città che si candida a capitale europea della cultura 2019. Oggi però Palermo è la città della munnizza.

Palermo, da giorni, si sveglia con i cumuli di rifiuti e la puzza insopportabile che fa svanire l’odore della primavera. Non è un segreto, è sotto gli occhi di tutti. Anche dei turisti che scansano i sacchetti che invadano i marciapiedi o che scattano le loro foto ricordo fra le montagne di immondizia. E i servizi di raccolta straordinaria non sono stati sufficienti a smaltire quanto accumulato in giorni e giorni di protesta, subito dopo che i giudici avevano rigettato la richiesta di concordato preventivo. Un quadro che ora rischia di aggravarsi drammaticamente, con l’annuncio di nuovi scioperi.

Il fallimento dell’Amia, dichiarato ieri dal Tribunale di Palermo, lascia presupporre altre proteste, altre settimane in cui i rifiuti resteranno a marcire per le strade e il rischio di una vera e propria emergenza sanitaria.

 

 

 

Ma quello su cui questa città dovrebbe riflettere è anche il futuro che la pronuncia di ieri riserva a 2.250 famiglie. Un futuro di incertezze, di paura per la perdita del proprio posto di lavoro, di insicurezze sul proprio reddito. In una città già martoriata dalla disoccupazione e dalle vertenze aperte (Gesip e Fiat fra tutte), una nuova tegola si abbatte sul mondo del lavoro.

Preoccupazioni che già ieri erano tangibili fra i dipendenti dell’Amia che continuano a sperare in una soluzione che possa scongiurare il licenziamento. 

 

 

 

 

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