PALERMO, 16 GIUGNO 2013 – “Sodoma e Gomorra, distrutte per opera divina, a causa dell’empietà dei loro abitanti, siano per noi un monito!”: si conclude così la lettera inviata dal consigliere comunale, Angelo Figuccia, al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per dire no al Gay Pride.
Un vero e proprio appello con il quale Figuccia chiede “al Presidente Napolitano, in qualità di garante della Costituzione un intervento deciso per porre fine a queste iniziative carnevalesche che nascondono seri pericoli per la morale collettiva”.
Il consigliere dell’Mpa cita la pagina Facebook di un evento, organizzato ad aprile in vista del raduno e descritto come “Due giorni di contaminazioni tra corpi, desideri, sovversione di genere, postporno…”.
“Aldilà del mio personale punto di vista sulla questione – scrive Figuccia – , ritengo necessario fare una distinzione fra “diritti civili” di cui ho sentito tanto parlare in questi giorni, e depravazione allo stato puro”.
E rivolgendosi al presidente della Camera, Laura Boldrini, dice: “Non possiamo accettare che la terza carica dello Stato avalli manifestazioni come queste che fanno dei diritti civili una bandiera dietro la quale nascondere poi iniziative amorali e basate sull’oscenità”.