Canale di Sicilia: due migranti morti e buttati in mare. Una delle vittime è un bimbo di 7 anni. VIDEO

di Redazione

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Canale di Sicilia: due migranti morti e buttati in mare. Una delle vittime è un bimbo di 7 anni. VIDEO

| giovedì 08 Agosto 2013 - 06:50

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SIRACUSA, 8 AGOSTO 2013 – Ancora morti nel Canale di Sicilia. Due migranti, uno dei quali un bimbo in tenera età, sarebbero morti durante la traversata tra le coste nordafricane e la Sicilia. Lo hanno riferito, una volta giunti a Lampedusa, i 103 somali soccorsi in nottata prima dal motopesca Atlantide e successivamente dal pattugliatore Libra della Marina Militare.

 

I superstiti hanno raccontato che ci sono state due vittime durante la loro traversata, i cui corpi sarebbero stati abbandonati in mare. A perdere la vita è stato un bimbo di sette anni che viaggiava con la madre, ancora sotto shock e incapace di rispondere alle domande dei soccorritori.

 

I naufraghi si trovavano a bordo di un gommone affondato subito dopo essere stato soccorso dal motopeschereccio Atlantide, giunto per primo sul posto. insieme al pattugliatore Libra che ha accolto a bordo i naufraghi ai quali sono stati somministrati generi di conforto e assistenza medica.

 

 

 

 

La nave della Marina Militare ha poi ripreso la navigazione ed è giunta alle 02.00 circa di questa mattina in prossimità dell’isola di Lampedusa dove i migranti sono stati trasferiti a terra tramite la motovedetta CP 303 della Capitaneria di Porto che ha terminato le operazioni all’alba.

 

Al termine dell’operazione di soccorso terminata all’alba, in cui sono state tratte in salvo 103 persone, il pattugliatore Libra della Marina militare ha continuato la sua attività nel Canale di Sicilia per assistere un altro barcone alla deriva a circa 16 miglia di distanza da Lampedusa, dove sono stati soccorsi 151 migranti. Imbarcati sulla nave della Marina, hanno ricevuto le prime cure mediche e generi di conforto. Il pattugliatore è in navigazione verso Augusta (Siracusa) dove sbarcherà i migranti.

 

Altri due barconi sono stati localizzati e raggiunti dalle motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza. Intanto, un gruppo di 130 nordafricani è stato trasferito in aereo dall’isola a Roma e altri 63 stanno per essere imbarcati sul traghetto di linea per Porto Empedocle dove giungeranno in serata. Al centro d’accoglienza di Lampedusa ci sono attualmente 1.014 persone.

 

E un altro barcone con decine di migranti, tra cui donne, minori e due neonati, è stato soccorso al largo di Siracusa. Il Guardacoste Veloce “G.125 Fusco” del Gruppo Aeronavale della Guardia di Finanza di Messina, lo ha raggiunto e scortato al porto di Siracusa. A bordo c’erano 153 persone, 136 uomini, 15 donne e due bambine, una di un anno circa e l’altra di pochi mesi. Tutti sono eritrei ad eccezione di tre uomini che risultano essere egiziani e sul conto dei quali sono adesso in corso accertamenti per verificare se siano gli scafisti.

 

Il barcone sul quale i 153 migranti sono stati intercettati è lungo circa 16 metri, spinto da motori entrobordo, di colore bianco e sulla fiancata ha delle iscrizioni in arabo ed un numero. L’imbarcazione, posta sotto sequestro, si trova adesso nel porto grande di Siracusa. Il gruppo di migranti, che sono apparsi tutti in buone condizioni di salute, è stato trasferito nel centro di accoglienza dell’ex istituto ”Umberto I”.

 

Nel Siracusano è il cinquantesimo sbarco dall’inizio dell’anno. Appena ieri erano giunti in 64, mentre altri 102 erano stati fatti sbarcare dalla nave cisterna “Salamis”, al termine di un contenzioso con Malta.

 

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante la celebrazione del 57esimo anniversario delle vittime di Marcinelle, è intervenuto dichiarando che “la commemorazione delle 262 vittime deve costituire potente richiamo ad una riflessione ancora attuale sui temi della piena integrazione degli immigrati così come su quelli della sicurezza nei luoghi di lavoro. Il concreto accoglimento di queste istanze umane e civili e la piena affermazione di questi diritti fondamentali debbono essere perseguiti con la massima attenzione dalle istituzioni e da tutte le forze sociali”.

 

 

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