Vittime della strada, una guerra che si combatte ogni giorno. La risposta delle associazioni dei familiari

di Redazione

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Vittime della strada, una guerra che si combatte ogni giorno. La risposta delle associazioni dei familiari

| lunedì 23 Settembre 2013 - 20:05

incidenti stradali

PALERMO, 24 SETTEMBRE 2013 – La cronaca di ogni giorno non può fare a meno di occuparsi di vittime della strada. Uomini e donne, ragazzi e ragazze, che perdono la vita per le disattenzioni fatali di chi si mette alla guida non rispettando le più basilari norme del codice della strada. Le campagne di sensibilizzazione che si sono susseguite nel corso degli anni hanno prodotto ben pochi risultati. Ma c’è chi non perde la speranza e crede che l’impegno, affinché si possa invertire il trend, non debba mai mancare.

 

È il caso di Cristina D’Amico, presidente dell’associazione “Gianmarco D’Angelo – Angeli della strada”, che dal 5 novembre 2009, data di fondazione dell’associazione, cerca di diffondere più informazioni possibili su quali sono le giuste norme di comportamento da seguire quando ci si mette al volante.

L’impegno di Cristina D’Amico nasce in seguito a un tragico evento di cui lei stessa è stata vittima. Il 9 aprile del 2009 suo figlio Gianmarco è rimasto ucciso mentre era alla guida di una moto a Terrasini. Un auto, non rispettando un segnale di “stop” lo ha travolto senza lasciargli via di scampo. Da allora, ogni anno, la signora D’Amico tiene viva la memoria del figlio con una fiaccolata per tutte le vittime della strada e soprattutto con la sua attività all’interno dell’associazione da lei stessa fondata.

“Da allora mi sono dedicata con grande impegno a questa fondazione. Ogni giorno, purtroppo – commenta – leggiamo di vittime della strada. Il che significa che sono centinaia ogni mese. Per questo bisogna far capire in tutti i modi quanto possa essere fatale guidare con leggerezza, o mettersi al volante e contemporaneamente fare altro. Penso a tutti coloro che parlano al cellulare senza auricolare, o alle donne che si truccano in auto”.

Comportamenti che portano a tragiche conseguenze e che vedono anche un vuoto legislativo che associazioni come questa cercano di colmare. “È vergognoso – afferma la D’Amico – che le famiglie delle vittime della strada debbano aspettare anni per avere giustizia. E spesso e volentieri non riescono nemmeno ad ottenerla. Questa è una situazione che fa rabbia e per questo motivo cerchiamo il riconoscimento del reato di omicidio stradale”. Con uno sponsor eccellente. “Ci siamo aggregati raccogliendo firme – aggiunge – a una proposta del sindaco di Firenze, Matteo Renzi, affinché venga riconosciuto questo tipo di reato e si riesca così ad ottenere giustizia”.

Il futuro dell’associazione vede però anche una nuova struttura all’orizzonte: “Una ‘casa’ di seicento metri quadri – spiega la D’Amico – che diventerà la sede di tutte le nostre attività. Servirà da accoglienza alle famiglie di vittime della strada, forniremo supporto psicologico a genitori, figli, e cercheremo di organizzare attività di sostegno alle famiglie”.

Ma le iniziative non si fermeranno all’interno della struttura: “Cercheremo di organizzare incontri dove spiegare come la leggerezza nei comportamenti e la sbadataggine alla guida possano portare a conseguenze gravissime. Porteremo questo anche nelle scuole dove cercheremo di fare educazione stradale”. Cristina D’Amico invita anche le famiglie “ad associarsi per evitare di isolarsi e chiudersi nel dolore”. Seguendo l’esempio virtuoso di una donna che dal dolore più grande che una madre possa provare ha saputo trovare la forza per costruire qualcosa che possa essere d’aiuto per la comunità.

La strada da fare è ancora molta, soprattutto nel campo della prevenzione. Negli ultimi sette giorni la Polstrada ha rilevato quasi quattromila infrazioni per il mancato uso di cinture di sicurezza, di cui 42 per il trasporto di bambini, in una settimana di controlli serrati, nell’ambito del programma europeo di sicurezza stradale Seatbelt. Quest’ultimo ha come obiettivo la riduzione del numero di vittime di incidenti come dettato dalla Commissione Europea. La regione con più violazioni contestate è stata la Lombardia con 230, la più virtuosa la Liguria con 29. L’attività di controllo ha anche permesso il sequestro di droga in 4 casi (Piemonte, Lombardia, Sicilia e Sardegna) e in 7 di recuperare merce rubata.

E si tratta soltanto di uno tra le decine di errori commessi alla guida ogni giorno. Spesso e volentieri ci si dimentica che guidare un auto è un atto di grande responsabilità, nei confronti di sé stessi e degli altri. Inoltre le strade cittadine non sono autodromi. Molti di coloro che si mettono al volante, soprattutto i più giovani, lo dimenticano e pensano di essere immuni a qualsiasi distrazione. Così non è. Per questo motivo non bisogna mai abbassare l’attenzione quando si parla di sicurezza alla guida.

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