Cinisi, armi e droga in casa di due quarantenni | Arrestata la coppia, denunciato il figlio diciannovenne

di Redazione

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Cinisi, armi e droga in casa di due quarantenni | Arrestata la coppia, denunciato il figlio diciannovenne

| giovedì 16 Gennaio 2014 - 11:20

È stato un “brutto” risveglio nella giornata di ieri,  per una famiglia di Cinisi, quando alle prime luci dell’alba i Carabinieri hanno fatto irruzione nella loro abitazione. Sguardi sbigottiti, movimenti impacciati, risposte molto vaghe e contraddittorie: questo è bastato ai militari dell’Arma per sospettare che i coniugi Antonino Di Stefano Filangeri e Marta Davì  stavano tentando di nascondere qualcosa.

Sospetto che è divenuto certezza quando i Carabinieri hanno trovato addosso all’uomo un sacchetto pieno di proiettili per pistola. A quel punto è scattata la perquisizione di tutta l’abitazione, svolta con l’ausilio di due unità del Nucleo Carabinieri Cinofili di Palermo anti-esplosivo e anti-droga.

In casa, oltre ai due coniugi, era presente anche il figlio 19enne, solo apparentemente all’oscuro di cosa si nascondesse tra le mura di casa.

La prima scoperta è avvenuta nel bagno dell’abitazione, ove era nascosta in un vano sottoscala, tra tanti indumenti e materiali domestici, occultato in uno scatolone da cui proveniva un odore forte e pungente, dove sono state rinvenute una decina di buste in cellophane contenenti dosi di marijuana per un peso di circa 400 grammi, del valore pari a 2000 €.

Nel corso delle perquisizioni è stata rinvenuta, avvolta in alcuni sacchetti di plastica una pistola a salve, che in un primo momento sembrava vera.

In cucina invece sono stati trovati altri proiettili per pistola e materiali necessari per il confezionamento della sostanza stupefacente: bilancini di precisione e una macchina per termosaldare i sacchetti in plastica da congelatore. Di qui la certezza da parte dei Carabinieri, che lo stupefacente venisse preparato all’interno delle mura dell’abitazione, per la successiva attività di spaccio al dettaglio.

Nel corso delle operazioni di polizia giudiziaria, dall’accertamenti effettuati sul contatore della società erogatrice ENEL, sono emerse alcune “anomalie” sull’approvvigionamento della corrente.

I coniugi sono stati portati in carcere, il figlio invece è stato denunciato e deferito in stato di libertà. Le accuse contestate sono di detenzione illecita di sostanze stupefacenti, detenzione abusiva di armi e munizioni e furto aggravato di energia elettrica.

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