Inchiesta “spese pazze” all’Ars | Leontini interrogato: “Soldi usati per attività politica”

di Redazione

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Inchiesta “spese pazze” all’Ars | Leontini interrogato: “Soldi usati per attività politica”

| martedì 28 Gennaio 2014 - 12:11

L’ex capogruppo del Pdl all’Ars, Innocenzo Leontini, uno dei 13 politici invitati a comparire davanti ai magistrati che portano avanti l’inchiesta sulle spese pazze dell’Assemblea regionale ha risposto alle domande del sostituto procuratore Maurizio Agnello.

Per Leontini “sono spese politiche che rientrano fra quelle previste per la gestione e il funzionamento del gruppo”.

Non mi sono mai messo un euro in tasca dei fondi del gruppo. Il 94% delle spese che mi si contestano sono per il pagamento ai collaboratori che io ho lasciato immutato rispetto alla gestione precedente”. Lo ha detto l’ex capogruppo del Pdl, Innocenzo Leontini, uscendo dall’interrogatorio con il pm Maurizio Agnello sulle spese pazze dell’Ars. Il colloquio con il magistrato è durato due ore. Leontini, assistito dall’avvocato Salvatore Campanella, ha anche spiegato le “mance” di un euro e due euro rimborsate dal gruppo.

“Quando firmavo il riepilogo mensile delle spese al bar fatte dai collaboratori – ha detto – facevo un provvedimento cumulativo. Nei 64 euro del bar magari rientravano anche le mance, ma io non sono mai entrato nel dettaglio delle spese. Non ho mai analiticamente conosciuto le spese”. Per la multa all’auto personale rimborsata dal gruppo, Leontini dice: “Ho dimostrato che in quel momento l’auto del gruppo non era disponibile. Utilizzavo la mia per fini istituzionali. Ho sempre pagato tutte le multe personali e le ho portate ai pm. Spesso capitava che prendessi una multa nonostante i pass. In quel caso sarà stata contestata al mio autista e per questo è stata pagata con i soldi del gruppo”. L’ex deputato ha parlato anche delle spese per cene “tutte elettorali”, ha detto, e spese legali “assolutamente legittime”.

Nel pomeriggio è stato anche ascoltato per oltre due ore l’on. Rudy Maira, il quale prima dell’interrogatorio aveva detto ai giornalisti che “col senno di poi si può dire che si è esagerato” ma che all’Ars non ci sono “casi Fiorito”. “C’erano degli spazi di manovra – ha poi detto Maira -. Non c’era la legge del così fan tutti. Ritenevamo di essere autorizzati a farle certe spese. Non c’era il tempo sicuramente di analizzare ogni singola voce di spesa nel dettaglio ma si agiva in base alle disposizioni dell’Assemblea”.

Ai magistrati che gli contestavano l’assunzione dell’autista con un contratto “co.co.co” da consulente, Maira avrebbe risposto che non sapeva che tipo di contratto era stato fatto.

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