“Spese pazze” all’Ars, Ardizzone in Procura: “Massima collaborazione” | Il procuratore Agueci: “Siamo solo all’inizio”

di Domenico Giardina

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“Spese pazze” all’Ars, Ardizzone in Procura: “Massima collaborazione” | Il procuratore Agueci: “Siamo solo all’inizio”

| mercoledì 15 Gennaio 2014 - 13:04

Il giorno dopo la bufera che si è abbattuta sull’Assemblea regionale siciliana si cominciano a chiarire i contorni di una vicenda che potrebbe creare un enorme sconquasso nel mondo della politica siciliana. L’accusa che viene formulata per ognuno degli 83 parlamentari regionali coinvolti e per i 14 dipendenti e collaboratori dell’Ars è di peculato. I documenti relativi alle spese dei gruppi parlamentari sono stati passati al setaccio dalla guardia di finanza che avrebbe accertato l’impiego illegittimo di fondi per spese personali.

Già notificato un invito a comparire a 13 deputati regionali che lunedì dovrebbero presentarsi di fronte ai Pm di Palermo. Il presidente dell’Assemblea regionale, Giovanni Ardizzone, si è già presentato spontaneamente in Procura dove è stato ricevuto dal procuratore Francesco Messineo in un incontro che è stato definito “cordiale”: “Sono venuto in Procura per confermare la massima collaborazione degli uffici dell’Ars alla magistratura – ha detto Ardizzone – nel chiarire tutte le questioni tecniche su cui si dovranno fare accertamenti”.

“C’è la necessità di accelerare le indagini – ha aggiunto – perché la serenità serve a tutti e per fare la differenza tra le spese lecite e quelle non consone alla politica, che certamente non fanno onore a chi le ha fatte”.

Subito dopo il presidente Ardizzone si è presentato in Procura l’ex deputato Pd, Salvino Pantuso. “Non ho ricevuto avvisi di garanzia – ha detto – ma ho letto dai giornali che sarei indagato, vorrei capire per cosa”. L’ex parlamentare, che appariva molto turbato, non è riuscito però a parlare coi pm che erano impegnati in riunione.

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L’indagine è coordinata dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci che conferma l’acquisizione di “un’enorme mole di carte e documenti. Siamo in una fase iniziale di indagine a tappeto – spiega Agueci -, che riguarda tutti i gruppi parlamentari dellAssemblea regionale siciliana e tutte le loro spese, relativamente alla scorsa legislatura. Potrebbero comunque, essere sentite altre persone e acquisiti ulteriori documenti”.

Agueci ha anche chiarito perché i primi a essere interrogati dai magistrati palermitani saranno proprio i 13 capigruppo: “Loro saranno i primi ad essere sentiti perché sono i responsabili della spesa”. Si tratta comunque di un reato difficile da accertare, come affermano gli stessi inquirenti, “perché la zona grigia tra lecito e illecito è molto ampia. Ai tempi non esisteva l’obbligo di rendicontare la spesa e quindi una cena elettorale potrebbe essere considerata attività politica. Diverso è il caso di quelle private”.

I documenti acquisiti dalla guardia di finanza verranno smistati anche alla Corte dei Conti che dovrà valutare se esistono i presupposti per un danno erariale. Tra gli indagati eccellenti, l’ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo, che ha commentato ironicamente la vicenda con un laconico “sono un collezionista di avvisi di garanzia, indagini e processi”. Davide Faraone, responsabile del Welfare nella segreteria del Pd, è sicuro di “poter dimostrare che si tratta soldi (3.300 euro come precisato dal deputato Pd) spesi per attività politica. Sono anche disponibile a fare un passo indietro nel momento in cui dovessi accorgermi che la mia vicenda potrebbe essere di ostacolo al Pd”.

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