Almaviva, il “giallo” del tavolo tecnico in Prefettura | Tutti si dicono disponibili ma l’incontro non è ancora fissato

di Maria Teresa Camarda

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Almaviva, il “giallo” del tavolo tecnico in Prefettura | Tutti si dicono disponibili ma l’incontro non è ancora fissato

| giovedì 06 Febbraio 2014 - 16:45

Non è ancora stato confermato il tavolo in Prefettura a Palermo per la vertenza Almaviva. Continua infatti il rimpallo tra le parti coinvolte. “Sappiamo che una richiesta in tal senso è arrivata – dicono fonti vicine al prefetto – ma non è ancora stata decisa una data”.

Da giorni negli uffici dei due call center palermitani circola la voce, a tratti data per confermata, della convocazione del tavolo, ma sindaco, azienda, assessore regionale e lo stesso prefetto non sanno ancora nulla. “Potrebbe ancora essere la settimana prossima”, affermano dalla Prefettura, ma i tempi stringono e ovviamente le possibilità che si riesca a mettere tutti nella stessa stanza cominciano a dissolversi.

In particolare, l’amministratore delegato di Almaviva Contact, Andrea Antonelli, aveva chiesto di essere informato in tempo sull’eventuale convocazione perché ci sarebbe l’intenzione di arrivare a Palermo con “i massimi vertici aziendali del gruppo”.

Confermata la disponibilità del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, a mettere a disposizione uno dei beni confiscati alla mafia ricevuti dall’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati; confermata la disponibilità del prefetto a ospitare il tavolo tecnico; dato per scontato l’interesse dell’azienda affinché l’incontro si tenga al più presto per risolvere la vertenza della sede unica e discutere anche della questione dei committenti; manca all’appello soltanto la Regione, con il presidente Rosario Crocetta e l’assessore alle Attività produttive Linda Vancheri.

Interlocutore principale dell’azienda nella vertenza lunga ormai anni, non ha ancora dato una risposta precisa sulle modalità con cui intende risolverla. Il problema, infatti, non è più soltanto l’edificio per la sede dove riunire i due call center palermitani, ex Alicos ed ex Cosmed, ma trovare i fondi per rendere il possibile edificio idoneo ad accogliere gli oltre cinque mila lavoratori dell’azienda.

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