Un’operazione antimafia contro clan palermitani, “Apocalisse 2”, è stata portata a termine la notte scorsa dal nucleo investigativo dei carabinieri, dalla squadra mobile della Questura di Palermo e dal nucleo speciale di Polizia valutaria.
Ventisette persone sono state arrestate con le accuse di associazione mafiosa, estorsioni e rapine. A finire nel mirino degli estorsori anche l’impresa che lavorava per conto della Curia nella costruzione di un grande immobile tra via Maqueda e discesa dei Giovenchi, a Palermo. Un grosso appalto che avrebbe fruttato alle casse dei boss 30 mila euro: 15 mila a Palermo e 15 mila a Bagheria come hanno raccontato i collaboratori di giustizia. Insieme a due imprenditori della provincia sono ricostruite nell’inchiesta altre 13 estorsioni ad altrettanti imprenditori che hanno collaborato con le forze dell’ordine.
In cella, per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, è finito anche un consigliere del comune di Palermo, Giuseppe Faraone, 69 anni del gruppo del Megafono, facente capo al presidente della Regione Rosario Crocetta. Faraone, nella lista del governatore, fu anche candidato alle elezioni regionali. Per lui l’accusa è di concorso in tentata estorsione: avrebbe chiesto soldi a un imprenditore per conto del boss di San Lorenzo Francesco D’Alessandro. Il consigliere comunale, comunque, non sarà sostituito almeno per il momento dal primo dei non eletti. Il consiglio comunale continuerà a lavorare in composizione ridotta e cioè con 49 componenti su 50. “In Sicilia rispetto al resto di Italia – dice il segretario generale del Comune di Palermo, Fabrizio Dall’Acqua – non è previsto l’istituto della supplenza. La decadenza interviene solo con una sentenza di condanna”.
> CHI È GIUSEPPE “PINO” FARAONE
Numerose le vittime – dicono gli investigatori – che, superando ‘il muro dell’omertà’, hanno ammesso di essere state costrette a pagare ‘il pizzo’. “Questa indagine si basa sulla collaborazione di diversi imprenditori e commercianti, vittime del racket, che hanno cooperato con le forze dell’ordine”, ha detto il procuratore di Palermo Franco Lo Voi, intervenendo alla conferenza stampa.
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Intanto, il Comune di Palermo ha fatto sapere che si costituirà parte civile – “In seguito alle notizie odierne – riporta una nota – riguardanti l’inchiesta antimafia contro alcuni clan palermitani, per fatti che risultano estranei all’attività dell’amministrazione comunale, e che hanno visto l’importante collaborazione dei cittadini, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha immediatamente disposto, d’intesa con il segretario generale, l’adozione di ogni provvedimento a carico del consigliere comunale Giuseppe Faraone. Il sindaco ha altresì disposto che l’avvocatura comunale provveda alla costituzione di parte civile nel procedimento che è appena iniziato”.