Camorra, in manette il vertice del clan Fabbrocino | Dodici arresti, sequestrati beni per 5 milioni

di Redazione

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Camorra, in manette il vertice del clan Fabbrocino | Dodici arresti, sequestrati beni per 5 milioni

| martedì 31 Marzo 2015 - 07:46

Dodici arresti della Dia di Napoli, della Squadra Mobile e dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna nei confronti di alcuni esponenti del clan Fabbrocino, a Nola, San Giuseppe Vesuviano, San Gennaro Vesuviano, Somma Vesuviana, Palma Campania e Camposano.

I fermati sono accusati di associazione a delinquere di tipo mafioso, trasferimento fraudolento di beni, estorsione e illecita concorrenza con minaccia o violenza, con l’aggravante del metodo mafioso. L’indagine ha confermato la pericolosità della cosca, dedita anche alla gestione di attività commerciali e imprenditoriali, intestate a persone incensurate e insospettabili.

La Dia ha anche sequestrato i beni di tre imprese, operanti nella produzione del calcestruzzo e nel settore florovivaistico, il cui valore è stato stimato in circa cinque milioni di euro.

Le indagini hanno consentito di appurare che l’organizzazione, per perpetuare il controllo nel settore della produzione di calcestruzzo, aveva costituito due aziende, la Gifra srl e la Raf srl, che raccoglievano “l’eredità” della ditta La Fortuna sequestrata al capoclan Mario Fabbrocino, nel 2007.

I Fabbrocino continuavano a condizionare il mercato, imponendo i loro prezzi, maggiorati rispetto alla concorrenza, anche facendo ricorso a metodi violenti per convincere gli imprenditori poco “collaborativi”.

Il metodo camorristico per l’affermazione delle due ditte è emerso in occasione della contesa per la fornitura di calcestruzzo al comune di Camposano, nel Nolano, tra le cosche contrapposte dei Fabbrocino e dei Di Domenico, rivali anche come imprenditori.

L’operazione ha portato al sequestro anche di un’azienda florovivaistica, la Gieffe importexport.

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