Il killer di Charleston: “Volevo una guerra razziale” | I familiari delle vittime lo perdonano

di Redazione

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Il killer di Charleston: “Volevo una guerra razziale” | I familiari delle vittime lo perdonano

| giovedì 18 Giugno 2015 - 20:07

“Ti perdoniamo, ma pentiti”. Lo hanno detto alcuni familiari delle vittime della strage di Charleston rivolgendosi a Dylann Roof, 21 anni, il killer accusato della strage in una chiesa di Charleston, in South Carolina, collegato in video alla prima udienza in tribunale. 

Il giovane killer è stato arrestato a Shelby, in North Carolina, a circa 4 ore di auto dal luogo della strage in cui hanno perso la vita a 9 persone. La notizie è stata confermata anche dal segretario alla Giustizia degli Stati Uniti, Loretta Lynch.

L’uomo ha confessato la strage: lo ha reso noto la polizia, secondo quanto scrive la Cnn. Roof ha detto agli inquirenti che voleva scatenare una guerra razziale

Secondo la rete NBC  avrebbe detto “Dovevo farlo. Voi violentate le nostre donne e volete prendere il nostro paese. Andate via”. Roof sarebbe stato avvistato un cittadini che ha fatto una segnalazione alla polizia locale: l’arresto è avvenuto senza ulteriore spargimento di sangue anche se il giovane, fermato ad un incrocio, era armato. Per la Cnn, la pistola calibro 45 che il killer avrebbe usato gli sarebbe stata regalata dal padre in occasione del 21esimo compleanno, un particolare che rende ancora più surreale la tragedia.

“Per troppo volte sono stato costretto a fare dichiarazioni di cordoglio come queste di oggi. Non accade con altrettanta frequenza in altri Paesi”. Lo ha dichiarato dalla Casa Bianca il presidente Barack Obama commentando l’omicidio di 9 fedeli neri nella chiesa a Charleston in South Carolina definita un “luogo sacro” nella storia della comunità afroamericana “e dell’America”. Obama, a fianco del vice presidente Joe Biden, ha promesso un intervento sulla legge che permette a chiunque negli Usa di acquistare armi: “Ancora una volta della gente innocente è stata uccisa perché qualcuno con l’intenzione di fare del male non ha avuto difficoltà ad impossessarsi di una pistola. È se ora è il momento del lutto e della guarigione, occorre anche che l’America cambi atteggiamento rispetto alla questione della violenza armata: noi possiamo fare qualcosa”.

Obama e la first lady Michelle conoscevano “personalmente” molti parrocchiani della chiesa di Charleston, compreso il pastore ucciso. “Il fatto che ciò sia accaduto in una chiesa afroamericana solleva questioni sul lato oscuro delle nostra storia”, ha osservato il presidente. “Le loro vite sono state significative e sono morte valorosamente”, ha detto citando il discorso funebre di Martin Luther King per le 4 bimbe morte in un attentato in una chiesa a Birmingham, in Alabama, nel 1963. “Un assassinio senza senso”, ha continuato il presidente esprimendo la sua “rabbia ed angoscia” per il massacro avvenuto in un “posto simbolo” della lotta contro la schiavitù, fondato da afroamericani alla ricerca della libertà”.

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