A fine dicembre, mentre le riviste musicali più autorevoli avevano già pubblicato le loro classifiche dei migliori dischi dell’anno appena trascorso, nessuno di loro (o quasi) aveva fatto i conti con il ritorno di D’Angelo, la voce neo soul che si era affacciata sulla scena musicale alla fine del secolo scorso, per poi sparire in un buco nero.
E a sorpresa, il musicista afroamericano è tornato con “Black Messiah“, il suo primo disco in quattordici anni. All’ascolto del riff di piano di “Sugah Daddy”, è stato amore istantaneo per tutti i fan della voce che aveva regalato brani come “Brown Sugar” e “Voodoo”. D’Angelo è ritornato, e lo ha fatto con una nuova band, i The Vanguard. “Quello era il momento giusto per farlo – ha rivelato in una lunga intervista rilasciata a Rolling Stone – . Quando ho visto la violenza sulle strade contro gli afroamericani, quando ho visto quello che era successo a Eric Garner, ho capito che era arrivato il momento per tornare al lavoro”.
In Italia, D’Angelo è approdato lunedì sera per la prima volta dopo oltre vent’anni di carriera, con un concerto all’auditorium del Parco della Musica di Roma che ha smosso l’intera platea a ritmo di funk. Il groove a metà tra soul, hip-hop e quiet storm del suo Second Coming Tour ritorna martedì sera, all’Estathé Market Sound di Milano, per poi lasciare l’Italia in direzione Montreux. Sul palco, accanto a lui, il leggendario bassista Pino Palladino, i chitarristi Jesse Johnson e Isaiah Sharkey, il batterista Chris “Daddy” Dave, il tastierista Cleo “Pookie” Sample, e i coristi Charlie “Red” Middleton, Jermain Holmes e Kendra Foster.