La “mutua assistenza” di Cosa Nostra | Il pizzo spiegato dalle intercettazioni

di Emanuele Termini

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La “mutua assistenza” di Cosa Nostra | Il pizzo spiegato dalle intercettazioni

| lunedì 02 Novembre 2015 - 12:28

Il pizzo non è più solamente una forma di controllo del territorio e di sostentamento delle famiglie dei carcerati. Oggi è anche “mutua assistenza”, una vera e propria forma di previdenza sociale. Questa tendenza emerge chiaramente dalle ultime intercettazioni che hanno portato all’arresto di 22 affiliati al mandamento di Bagheria nell’ambito dell’operazione Reset 2.

A Natale e Pasqua, ma in generale per tutte le festività, i proventi delle estorsioni servono anche per garantire i viaggi. Non solo quindi per le spese di necessità: “... c’è stata quella mattinata che ci siamo visti … sono rimasti … duemila e cinquecento euro … da Ficarazzi … gli ha detto: “ZU GI’ … se li metta nella cassa …”.

Glieli facciamo avere alla moglie di NINO che può darsi..i giorni di quelli che sono … deve andare a colloquio … cose … devono viaggiare … “ … “buono è … buono è” … quello anzi fa:cinquecento euro mettiteli in tasca tu … “ … dice: “che fai sempre spese” dice: “e duemila euro glieli diamo alla moglie di NINO”. Ho preso questi soldi, me li sono messi in tasca”,

Una ricca ‘tredicesima’: “E per Pasqua c’è stata la stessa cosa … io per qualche quindici giorni ho sentito dire che quella soldi non ne aveva ricevuto … lui doveva portarle duemila cinquecento euro che si è trattenuto … per portarglieli … fino a qualche quindici ..venti giorni dopo io ho saputo che lei soldi non ne aveva ricevuti …”.

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