Corruzione, spunta il nome del padre di Alfano | Il ministro: “Barbarie illegale, è malato da tempo”

di Redazione

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Corruzione, spunta il nome del padre di Alfano | Il ministro: “Barbarie illegale, è malato da tempo”

| mercoledì 06 Luglio 2016 - 08:27

Dalle intercettazioni dell’inchiesta sulla corruzione a Roma, emergono nuovi dettagli e indiscrezioni sul ruolo di membri della famiglia di Angelino Alfano.

Dopo le presunte raccomandazioni a favore di Alessandro Alfano (fratello di Angelino), ora è il padre di Angelino Alfano (Angelo Alfano) ad essere citato negli atti.

In un’intercettazione, infatti, la segretaria del faccendiere Pizza (entrambi indagati) dice a un’altra persona, Elisabetta C.: “Mi ha chiamato suo padre, mi ha mandato 80 curricula, 80, dicendomi non ti preoccupare, tu buttali dentro…la situazione la gestiamo noi…e il fratello comunque è un funzionario di Poste….anzi è un amministratore delegato di Poste… “.

A difendersi dalle accuse è invece, Massimo Sarmi, 67 anni, ex amministratore delegato delle Poste dal 2002 al 2014, che nega di aver fatto pressioni per l’assunzione del fratello del ministro dell’Interno: “Sono solo millanterie, ma purtroppo Roma è così. Sono rimasto molto male, siamo al millantato del millantato “, ha affermato a Repubblica.

In coro, arrivano le richieste di dimissioni per Angelino Alfano da Lega Nord e Movimento 5 stelle. “Ministro, faccia una cosa giusta: dimissioni”, dichiara Matteo Salvini. “Dovrebbe rassegnare oggi stesso le dimissioni”, affermano i capigruppo di M5s: “Le intercettazioni telefoniche inchiodano letteralmente il ministro degli Interni del Governo Renzi”, hanno dichiarato i capigruppo M5S di Camera e Senato Laura Castelli e Stefano Lucidi.

Durissima la replica del ministro dell’Interno: “Oggi la barbarie illegale arriva a farmi scoprire che un uomo di ottant’anni, con una malattia neurodegenerativa che non lo rende autosufficiente, avrebbe fatto ‘pressioni’ per non so quale fantastiliardo di segnalazioni. Dare credito a due signore che parlano, anche insultandomi e non so chi siano, è un fatto indegno”.

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