Fabio Volo accusato di sessismo si scusa con Ariana Grande

di Redazione

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Fabio Volo accusato di sessismo si scusa con Ariana Grande

| mercoledì 18 Settembre 2019 - 12:10

Una vera e propria bufera social si è abbattuta su Fabio Volo dopo che lo scrittore ha espresso commenti, ritenuti sessisti, su Ariana Grande. Ecco la replica dell’artista.

“Non ho mai detto che Ariana Grande è una put***a e non mi permetterei mai”. Questa la replica durante “Il Volo del mattino”, la trasmissione radiofonica che conduce su Radio Deejay.

L’artista si trova ancora al centro di una valanga di insulti e minacce per aver espresso dei commenti, da moltissimi definiti “sessisti” e “misogini”, su 7 rings, l’ultimo video musicale della cantante.

Fabio Volo accusato di sessismo si scusa con Ariana Grande

Dopo gli attacchi e le accuse, Fabio Volo ha replicato scusandosi e spiegando le sue parole.

“Chiedo scusa a tutti fan di Ariana” ha detto Volo dai microfoni della sua trasmissione. “Ho solo detto che, in un momento in cui ci sono movimenti come il #Metoo, mi sembra strano sia normale che una cantante si rivolga a un pubblico giovane utilizzando riferimenti e comportamenti di stampo così esplicitamente sessuale. Insomma, mi sembrava di aver fatto un bel discorso per le donne. Invece ho subito, per la prima volta in vita mia, uno shitstorm”.

Non soltanto insulti ma anche gravi minacce di morte da parte dei numerosissimi fan di Ariana Grande che hanno trovato offensivo il suo commento. Così Fabio Volo ha deciso di estendere la sua riflessione lanciandosi in un’invettiva contro il fenomeno dell’hating sul web.

“Ho ricevuto centinaia di commenti minacciosi sotto le mie foto – ha raccontato – Muori, Morite di cancro, tu e i tuoi figli, Quella put***a di tua madre. Ho pensato: <Meno male che è successo a me, che ho gli strumenti per affrontare una cosa del genere. Capisco i ragazzini che subiscono un’aggressività di questo genere tramite i social e si buttano giù dal balcone>”.

Infine si rivolge ai genitori con un’amara conclusione: “Fa paura vedere ragazzini di tredici anni con questo livore addosso. Ai loro genitori bisognerebbe chiedere: <Ma voi dov’eravate quando vostro figlio augurava la morte a qualcuno? Non si può tirare su una generazione così>”.

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