Un fatto giuridico. Secondo il Procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, la decisione di prorogare il cardere duro al boss mafioso Bernardo Provenzano, non è un fatto personale o un trattamento differenziato.
Il Procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, su Adnkronos, è tornato a parlare della proroga concessa pochi giorni fa dal ministro Andrea Orlando al boss corleonese, nonostante i magistrati delle tre Procure che se ne occupano abbiano dato parere contrario. Le condizioni del boss, secondo alcune perizie sono precarie e vengono evidenziati diversi gravi problemi di salute.
“È un fatto giuridico. Il 41 bis non ha una finalità più afflittiva rispetto alla detenzione ordinaria – dice il Procuratore antimafia – E’ finalizzato a impedire che il capo di Cosa nostra possa continuare a dirigere le organizzazioni mafiose, stando in carcere. Se mi si dice che il signor Provenzano è totalmente privo di capacità relazionali, probabilmente non è più in grado di stare in carcere, allora deve stare in in una casa di cura, ma questo lo decidono i giudici. Fino a quando Provenzano è ritenuto idoeneo a stare in carcere, essendo il capo di Cosa nostra o uno dei capi di Cosa nostra, allora bisogna applicare il 41 bis”.