Città metropolitane, cambia il ddl | Rimangono i comuni, adesione volontaria

di Redazione

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Città metropolitane, cambia il ddl | Rimangono i comuni, adesione volontaria

| giovedì 10 Ottobre 2013 - 18:47

Per evitare le sabbie mobili dell’Assemblea e portare a casa il risultato anche se minimo rispetto al progetto originario, il governo Crocetta fa il restayling al disegno di legge sulle città metropolitane, che nella stesura iniziale prevedeva il ridimensionando degli enti locali trasformandoli in municipalità col taglio del numero di consiglieri comunale e aveva già suscitato non pochi maldipancia a livello territoriale e tra i partiti, a partire dal Pd.

Nel nuovo testo i comuni rimangono così come sono, rimangono anche i sindaci e i consigli comunali, che potranno continuare a redigere i propri bilanci. Le tre aree metropolitane di Palermo, Catania e Messina saranno guidate da amministratori di secondo livello, cioé eletti dai sindaci e non direttamente dal popolo. “Questo non piacerà a Leoluca Orlando, ma dobbiamo andare avanti”, dice il governatore Rosario Crocetta, che sta esaminando il testo assieme alla sua giunta. Nel bilancio delle città metropolitane confluiranno fondi dell’Unione europea, dello Stato e una quota di trasferimenti da parte dei comuni che ne faranno parte.

L’adesione alle città metropolitane “sarà su base volontaria”, ha spiegato Crocetta. Gli amministratori saranno eletti dai sindaci, ognuno dei quali avrà un peso in termini di voti corrispondente al numero di abitanti della proprio comune. Con questa formula non è scontato, per esempio, che a guidare la città metropolitana di Palermo sia Leoluca Orlando così come a Catania sia Enzo Bianco. L’elezione sarà frutto di accordi tra i comuni.

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