Interrotta la sperimentazione sul metodo stamina | Lorenzin: “Potenziali rischi per i pazienti”

di Redazione

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Interrotta la sperimentazione sul metodo stamina | Lorenzin: “Potenziali rischi per i pazienti”

| giovedì 10 Ottobre 2013 - 13:38

Stop alla sperimentazione del metodo Stamina che utilizza cellule staminali mesenchimali, ovvero del midollo osseo. La sperimentazione, si legge in un documento di ”presa d’atto” del ministero della Salute, ”non può ulteriormente essere proseguita”.La decisione di blocco della sperimentazione, si legge nel documento del Ministero è stata presa considerando il parere del Comitato scientifico e quello successivo dell’avvocatura dello Stato. Il parere del Comitato definisce il metodo stamina caratterizzato da “potenziali rischi”, “inadeguata descrizione” e “insufficiente definizione del prodotto”.

Il ministro della salute, Beatrice Lorenzin ha parlato così in conferenza stampa: “Spero che ci sia rispetto del rigore e della serietà con i quali tante persone che hanno lavorato sulla possibilità di queste sperimentazioni senza alcun pregiudizio. Ringrazio il Parlamento per l’attenzione che ha posto su questa vicenda, in primo luogo umana.”

“Non possiamo andare contro il metodo scientifico spinti dalla commiserazione – ha aggiunto – . Dobbiamo avere rispetto del metodo scientifico che si pone sempre a tutela della salute delle persone”.

“Purtroppo l’epilogo di questa vicenda non è stato positivo. La sperimentazione del metodo Stamina non può essere proseguita perché il metodo è pericoloso per la salute dei pazienti”.

Il comitato scientifico “composto dai massimi esponenti del settore – ha spiegato il ministro – ha dato una valutazione negativa del metodo ma non dando un giudizio a priori, bensì dando un giudizio in merito alla ripetibilità e sicurezza del metodo stesso”. Nel percorso parlamentare, ha detto Lorenzin, “abbiamo ammesso delle deroghe alla normativa sulle sperimentazioni cliniche, ma nonostante tali deroghe l’esito è negativo perchè non si rientra nei parametri per poter continuare questa sperimentazione”.

“Questa è una conferenza stampa che non avrei mai voluto fare, perché sarei stata invece felice che questa vicenda avesse avuto un epilogo diverso soprattutto per dare risposte a tantissime famiglie che si sono aggrappate alla possibilità di avere una cura che, purtroppo, non c’è”.

Per sapere se i pazienti attualmente in trattamento a Brescia con il metodo Stamina potranno continuare la terapia, bisognerà attendere il giudizio del Tar della Lombardia.

Sandro Biviano, portavoce dei malati che dal 23 luglio scorso presidiano notte e giorno piazza Montecitorio ha commentato così la notizia: “Per il ministro noi siamo morti che camminano, ormai non mi sorprende più nulla. Visto che non abbiamo avuto risposte neppure dal Papa, ci rivolgeremo alla Corte Europea dei Diritti umani di Strasburgo.

“Noi stiamo facendo democrazia, loro dittatura. Stanno giocando con le nostre vite”, prosegue Biviano malato di distrofia muscolare come gli altri suoi tre fratelli. “Eppure non chiediamo sperimentazioni e nemmeno che le terapie ci vengano fornite gratuitamente, ma solo libertà di cura, anche al costo di pagare a nostre spese. Almeno per quelli che stanno morendo e non hanno altra scelta”. Quindi, rivolgendosi al Ministro della Salute Lorenzin domanda “cosa potrebbe esser peggio per chi è in fin di vita se non vedersi togliere l’ultima speranza?”.

“Negli ultimi mesi cinque bambini che avevano avuto l’autorizzazione dal giudice per ottenere le cure compassionevoli, sono morti perché non hanno potuto usufruire della terapia. E questi – conclude – per noi sono ‘omicidi accompagnati’ le cui vittime ricorderemo domani con una messa in piazza Montecitorio” conclude.

”Non è il metodo Stamina ad essere pericoloso per i malati, bensì il ministro Lorenzin e chi sta gestendo così male questa situazione, a fronte di una legge votata dal Parlamento che stabilisce l’avvio della sperimentazione”. È questo il primo commento del presidente di Stamina Foundation, Davide Vannoni, allo stop alla sperimentazione del suo metodo annunciato dal ministro della Salute. Ora ”l’obiettivo – ha detto Vannoni – e’ attuare la sperimentazione all’estero, possibilmente in Usa”.

A questo punto, ha sottolineato Vannoni, ”attenderemo gli esiti del ricorso al Tar del Lazio contro il comitato scientifico e la pronuncia del Tar della Lombardia sulle cartelle cliniche dei pazienti in trattamento agli Spedali Civili di Brescia”. Parallelamente, ha annunciato, ”procederemo al fine di poter realizzare la sperimentazione del metodo Stamina all’estero, possibilmente negli Stati Uniti dove i contatti con il professor Camillo Ricordi, all’Università di Miami, sono già stati avviati”. Quello di oggi, ha commentato Vannoni, ”è uno stop fatto solo sulla carta, poiché nessuno ha valutato gli effetti delle cure sui pazienti in trattamento a Brescia e l’assenza di effetti collaterali”.

Si tratta di una decisione di blocco ”fatta in modo scorretto; infatti – rileva Vannoni – non era compito del comitato scientifico nominato dal ministro valutare il via libera alla sperimentazione, deciso dal Parlamento. Il comitato, al contrario, doveva solo ‘disegnare’ la sperimentazione; si sono sentiti degli esaminatori, ma in realtà dovevano essere gli esecutori di una decisione del Parlamento”. Inoltre, aggiunge, ”le motivazioni del parere del comitato non ci sono ancora note”. Ad ogni modo, ”i pazienti a Brescia – sottolinea Vannoni – proseguiranno la terapia poiché il ministero non può fermare le ordinanze dei giudici, nonostante il palese boicottaggio che sta avvenendo e a causa del quale da giugno ad oggi nessun nuovo paziente e’ entrato in trattamento”. Oggi molti pazienti, conclude Vannoni, ”si stanno dunque organizzando per portare la metodica all’estero per essere curati”.

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