Sigarette elettroniche, via il divieto nei luoghi pubblici/ VIDEO

di Stefania Brusca

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Sigarette elettroniche, via il divieto nei luoghi pubblici/ VIDEO

| lunedì 11 Novembre 2013 - 10:13

“La sigaretta elettronica non è cancerogena”, sostiene il noto oncologo Umberto Veronesi, e intanto salta il divieto di “svapare” nei luoghi pubblici introdotto prima dell’estate, dal decreto Iva-lavoro. Resta però il divieto nelle scuole, come impone una norma contenuta nello stesso decreto istruzione, che invece ha reso nullo la restrizione negli altri posti.

A presentare l’emendamento “4.25” il presidente della commissione Cultura della Camera Giancarlo Galan (Pdl) e approvato dai deputati il 23 ottobre scorso. Stralciata quindi l’ultima parte del comma 10-bis dell’articolo 51 della legge Sirchia (introdotto appunto con il dl Iva-Lavoro), con la quale erano state applicate alle sigarette elettroniche le norme “in materia di tutela della salute dei non fumatori” previste per i tabacchi.

 Via libera quindi agli appassionati della bionda elettronica e i rivenditori esultano. Dopo un iniziale boom del settore la scelta del divieto rischiava infatti di mettere in ginocchio le aziende di chi aveva scelto di investire in questa nuova nicchia del commercio.Veronesi, nell’intervista a Rainews24, aveva anche accusato il governo di boicottare la sigaretta elettronica aumentando la tassazione per fare cassa, mettendo da parte così i costi altissimi provocati dal tabacco non solo in termini di vite umane ma anche di spesa sanitaria.

Secondo i dati emersi durante l’incontro su “La sigaretta elettronica in Italia, tra regolamentazione e tassazione” organizzato dall’Associazione Nazionale Produttori di fumo elettronico (Anafe – Confindustria Federvarie) il dispositivo ha già sottratto circa un milione e mezzo di italiani dal consumo di tabacco. Un settore che vanta un fatturato di circa 350 milioni di euro, su cui è stata introdotta un’imposta sul consumo pari al 58,5 per cento del prezzo di vendita della sigaretta elettronica, comprese le parti di ricambio e liquidi.

“Ho recepito – ha spiegato il presidente della Commissione Cultura della Camera – l’appello proveniente da una nuova filiera produttiva, per altro in forte espansione, massacrata da tassazione e da pesanti divieti di utilizzo e pubblicità a causa di un intervento normativo improvviso e forse poco approfondito”. “L’emendamento al Decreto Istruzione – continua Galan – voleva correggere una situazione venutasi a creare con il decreto di luglio che era eccessivamente restrittivo e per esempio proibiva di fatto la pubblicità persino sulle vetrine dei negozi che vendono le sigarette elettroniche. Le norme erano più restrittive di quelle per il tabacco e il testo, che è stato riformulato tre volte, originariamente chiedeva semplicemente l’equiparazione delle sigarette elettroniche con quelle tradizionali”.

La vera domanda a questo punto è se e quanto è nociva per la salute la sigaretta elettronica e se questa porti realmente ad abbandonare l’uso del tabacco. Una piaga che come ha ricordato lo stesso Veronesi “causa cento morti al giorno” nel nostro Paese. Per decidere se il dispositivo fa male si indaga sul contenuto della e-cig: da tempo gli esperti sottolineano l’importanza di sapere con esattezza, per poter valutare le conseguenze sulla salute, cosa contengono i vari prodotti e la necessità di fare una netta distinzione tra quelli che contengono tabacco e quelli che non ne hanno.

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