Mafia, chiesta condanna a 12 anni di carcere | per l’ex assessore regionale Canino

di Redazione

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Mafia, chiesta condanna a 12 anni di carcere | per l’ex assessore regionale Canino

| lunedì 10 Febbraio 2014 - 17:56

Il pm Andrea Tarondo ha chiesto la condanna a 12 anni di carcere per l’ex deputato ed ex assessore regionale Francesco Canino, chiamato a rispondere davanti al Tribunale di Trapani di associazione mafiosa.

Nel corso di una requisitoria durata oltre 4 ore, l’accusa ha tratteggiato la figura di un personaggio “dalla statura politica autonoma, non una creazione della mafia”, ma che a un certo punto “è entrato a contatto con l’organizzazione criminale diventandone parte integrante”.

Tarondo ha ricordato le parole del collaboratore di giustizia Antonino Giuffré, ex capomandamento di Caccamo, in provincia di Palermo: “Canino era nelle mani del boss trapanese Vincenzo Virga. Quello che Virga chiedeva, Canino lo faceva”.

Secondo la Procura, tra la fine degli anni ’70 e quella degli anni ’90, l’ex assessore della Regione siciliana avrebbe fatto parte di un “comitato d’affari che stabiliva l’assegnazione degli appalti pubblici e spartiva la torta”. Il sistema di gestione illecita “si reggeva -ha proseguito il pm Tarondo- su un accordo tra politici corrotti, come Canino, e Cosa nostra” e prevedeva l’affidamento delle gare a ditte legate alla mafia dietro pagamento di tangenti pari all’1 o 2 per cento degli importi degli appalti.

Per il pm ci sarebbe “una complessa serie di elementi probatori che consentono di affermare la responsabilita’ penale di Canino in ordine alla sua partecipazione all’associazione mafiosa”.

Il dibattimento, iniziato da un decennio e sospeso per diversi anni per le precarie condizioni dell’ex parlamentare, è ripreso lo scorso luglio dopo che una perizia medica disposta dal Tribunale che ha stabilito l’idoneità di Canino a partecipare alle udienze. L’esponente politico fu arrestato il 7 luglio 1998 nell’ambito dell’operazione della Mobile “Progetto Rino – Terza fase”. Nella prossima udienza, il 3 marzo, la parola passerà ai difensori, avvocati Francesco Bertarotta e Ferrucio Marino.

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