La formazione in Sicilia non sarà più affidata solo agli operatori degli enti, ma anche a giovani laureati. Il governo pensa a un doppio albo: una fascia con l’attuale personale degli enti professionali, l’altra aperta a giovani laureati che faranno anche loro da professori ai corsisti.
Ma, spiega il presidente della Regione, Rosario Crocetta, non “saranno nuove assunzioni ma professionisti iscritti negli elenchi” da cui la Regione attingerà, mettendoli a disposizioni degli enti con i quali avranno rapporti di lavoro a tempo determinato, vincolati all’attività formativa. In questo quadro proprio gli enti avranno un ruolo “marginale” rispetto al passato, il sistema ruoterà attorno alle richieste del mercato del lavoro.
“Stop ai corsi inutili e via a nuovi percorsi: dalle energie alternative alle lingue”. Il governatore Rosario Crocetta, parlando con l’Ansa, ridisegna il settore. “Quella della formazione è la madre di tutte le battaglie”, annuncia. Al suo fianco, Crocetta vede solo Nelli Scilabra, l’assessore cui ha affidato il compito di “fare pulizia nel sistema e che sta mettendo la sua vita e la sua passione politica a servizio di questa rivoluzione”.
Parlando dell’albo dei formatori, Crocetta spiega che nella seconda fascia potranno iscriversi i laureati e da questo bacino il governo prenderà le figure, non contemplate nella prima fascia, per formare i giovani in raccordo con il mondo delle imprese. “Il mercato ci chiede esperti in pannelli solari, tecnici per il fotovoltaico e le fonti alternative, esperti in lingua araba e cinese”, afferma Crocetta.
L’obiettivo “è cancellare definitivamente i corsi inutili, che non servono a nulla se non ad alimentare spreco di denaro pubblico e clientele”, insiste il governatore. Intanto, la Regione sta contando il numero effettivo dei dipendenti impegnati nel settore. “Non è vero che sono 8 mila, dalle intercettazioni nell’inchiesta della Procura di Messina emerge che sarebbero 4.800 – sostiene Crocetta. – La verità è che al momento non sappiamo quanti siano in realtà. Li stiamo contando. Ci sono elenchi fasulli in giro, stiamo lavorando a una mappatura corretta”.
La nuova formazione che ha in mente il governatore include “solo gli enti seri”. “L’accreditamento sarà rigido – annuncia. – Potranno lavorare solo gli enti che dimostreranno di avere i locali, i computer, le attrezzatura necessarie”. Il personale inserito nell’albo dei formatori “sarà al servizio del sistema e non degli enti”. “A noi interessa creare una formazione vera – conclude – non ci interessano i problemi degli enti, sono loro a dover farsene carico”.
Ma c’è un’altra rivoluzione nei progetti del governatore: “Soldi ai veri poveri“. Partendo da quanto principio, Crocetta annuncia che uno dei punti cardine del piano che sta preparando – per sottoporlo agli alleati per fondare il nuovo governo – sarà quello della “riqualificazione del sistema del welfare”. L’obiettivo è arrivare al salario minimo di solidarietà, norma che Crocetta aveva già previsto nell’ultima legge di stabilità ma che è stata impugnata dal commissario dello Stato perché ritenuta nuova spesa.
E allora la riproposizione della norma passa, secondo il governatore, dalla rivisitazione del sistema sociale. Due le strade: controlli su tutti i lavoratori che beneficiano di soldi pubblici sotto varie forme e utilizzo produttivo dei precari. Così dopo gli ex Pip e gli Asu, i controlli sui redditi saranno estesi anche alle altre categorie sociali, compresi i forestali. “Faremo una revisione di tutte le attuali misure sociali di sostegno – afferma Crocetta – perché devono essere concesse solo ai poveri, mai più può accadere che la Regione abbia a carico precari milionari o persone con redditi alti. Tutto questo è spregevole e va contro i veri poveri. Faremo accertamenti rigorosi”.
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