Ex Pip defunti che percepiscono ancora il sussidio | Nuova scoperta dell’assessorato al Lavoro

di Redazione

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Ex Pip defunti che percepiscono ancora il sussidio | Nuova scoperta dell’assessorato al Lavoro

| martedì 15 Aprile 2014 - 09:04

Ci sarebbero anche alcuni ex Pip morti tra coloro i quali continuano a ricevere i contributi della Regione. I controlli dell’assessorato al Lavoro avrebbero permesso di appurare che la “svista” sarebbe stata compiuta in almeno tre casi: tre precari deceduti nel 2010 per i quali l’Inps ha continuato a erogare il sussidio. Nessuno infatti avrebbe comunicato del loro decesso.

Ma i controlli potrebbero determinare nuovi colpi di scena. Secondo l’edizione odierna del Giornale di Sicilia, infatti, sembrerebbe che alcuni precari con precedenti penali per violenza sessuale e spaccio siano stati mandati a lavorare in scuole medie. Insomma, dal bacino degli ex Pip, i precari storici della Regione che ricevono il sussidio da 830 euro al mese, sta venendo fuori di tutto.

Appena due giorni fa, la polizia ha arrestato a Palermo Domenico Albanese, 47 anni, anche lui ex Pip, accusato di aver commesso 9 rapine in giro per l’Italia. L’uomo, che da mesi si era reso irreperibile, continuava a percepire il sussidio regionale.

Il 21 marzo scorso, le manette erano scattate ai polsi Fabio Pispicia, arrestato a Piazza Lolli a Palermo insieme ad un altro uomo a bordo di una Fiat Uno e in possesso di due pistole 7,65 e calibro 38, passamontagna e guanti. Ex Pip anche lui, presunto killer nonché fratello di Salvatore Pispicia, boss di Porta Nuova. Per gli inquirenti Pispicia faceva parte di un commando armato mafioso che stava recandosi ad un regolamento di conti.

Da mesi il dipartimento regionale lavoro sta passando al setaccio il lungo elenco di precari del progetto Emergenza Palermo, circa 2.900 persone, che da quindici anni beneficiano di sussidi pubblici. Finora la Regione ha espulso dal bacino dei precari oltre 200 persone sia perché è stato accertato che avevano un reddito Isee superiore ai 20 mila euro previsto da una legge regionale, sia perchè non avrebbero i requisiti morali e di buona condotta per poter beneficiare del sussidio.

Ma sono molti anche i precari che non accettano di essere diventati “carne da macello” del Governo regionale. “Ci trattano come fossimo tutti delinquenti – scrivono sui social network – ma tra noi ci sono anche persone per bene che non hanno il diritto di trattare in questo modo”.

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