L’Istat ricalcola il Pil e il suo effetto sui conti nazionali introducendo le nuove regole europee insieme alle innovazioni decise dall’Istituto. L’introduzione dell’economia illegale e di quella sommersa nelle stime del Pil ha un effetto immediato: il rapporto tra deficit netto e Pil si abbassa dello 0,2% passando dal 3,7% al 3,5%.
Nel Pil sono state introdotte droga, prostituzione e contrabbando di sigarette. Insieme, l’economia illegale contribuisce alla rivalutazione del Pil dell’1% cioè 15,5 miliardi di euro. La rivalutazione del Pil dovuta invece a “ricerca e sviluppo”, voce passata da costo a investimento, vale invece 20,6 miliardi di euro, più delle componenti legate all’illegalità.
Sommando anche il “nero” all’economia illegale (che vale da sola 15,5 miliardi) la cifra supera i 200 miliardi, pari al 12,4% del Pil.