“L’Unione Europea ha aperto una procedura d’infrazione (Ue Pilot) contro il ministero dell’Ambiente italiano per il mancato rispetto della direttiva Habitat, perché si è data autorizzazione alla realizzazione di un parco eolico nel golfo di Gela che impegna e compromette il canale di passaggio dell’avifauna migratoria e dell’avifauna acquatica”. Lo scrive in una nota il comitato “No Peos” di Licata che, insieme con quello di Gela e quello di Butera, si batte per impedire, nel mare dei propri comuni, la costruzione dei parchi eolici off-shore.
La centrale elettrica in questione, da 136 megawatt, è quella della “Mediterranean Wind Off Shore” che dovrebbe sorgere nel mare tra Gela e Licata, a meno di tre miglia dalla costa, grazie a 48 pali a eliche su un’area di 10 km quadrati. Alla luce della “Ue Pilot”, l’azienda ha depositato davanti al Tar del Lazio (dove è stata citata da 6 comuni, associazioni e privati cittadini) una memoria difensiva con cui rinuncia ad iniziare i lavori già autorizzati, a condizione che i ricorrenti non presentino richiesta di sospensiva e a condizione che il tribunale fissi la discussione di merito entro un anno. L’intesa c’è. Tuttavia l’Italia rischia di pagare lo stesso una multa assai pesante.
Per Salvatore Licata, responsabile dei “No Peos” licatesi, “sarebbe la beffa finale, perché tutte queste argomentazioni erano state prodotte con evidenza oltre che dal coordinamento dei sindaci e dal comitato ‘Difendi Licata’ e sono presenti anche nella delibera della Regione Sicilia”.
“Preoccupano – aggiunge Licata – la leggerezza con la quale il ministero dell’Ambiente ha trattato la documentazione prodotta dai ricorrenti e la solerzia nella concessione della valutazione di impatto ambientale (Via) positiva. È bene che il ministero dell’Ambiente corregga il tiro per evitare il danno oltre alla beffa”.