L’omicidio in villa a Catania, i retroscena di un giallo mancato

di Redazione

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L’omicidio in villa a Catania, i retroscena di un giallo mancato

| venerdì 28 Agosto 2015 - 10:51

Sono state le piccole incongruenze nella dinamica della presunta rapina in villa a far sorgere ai carabinieri del comando provinciale di Catania e a quelli della compagnia di Paternò i primi sospetti sull’omicidio di Alfio Longo, 67 anni.

La verità, alla fine, è arrivata: a uccidere l’uomo, elettricista in pensione, è stata la moglie, Vincenzina Ingrassia, 64 anni. Lo ha preso a colpi di ceppo in testa, perché “stanca delle sue violenze”. La donna è stata fermata per omicidio.

Ma gli inquirenti non ci vedevano chiaro già prima della confessione della Ingrassia: la coppia aveva la passione per i cani, anche per quelli randagi, che venivano accolti nella loro villa. La notte della tragedia, nessuno li ha sentiti abbaiare. Cosa quasi impossibile, perché fossero stati allertati da un ladro che s’intrufola nella villa, i cani non avrebbero smesso di latrare: “Strano – ha infatti commentato un vicino – . Si fanno sentire spesso, e anche da lontano”.

Altro interrogativo degli investigatori: perché scegliere una villetta di lavoratori, anziché quella di persone ricche? E per di più, come hanno raccontato i vicini, in una zona “che è sempre stata tranquilla”. L’ultimo tassello che non tornava riguarda il bottino, che ammontava a poche centinaia di euro e due degli anelli – compresa la fede nuziale – portati alle dita dall’uomo.

La fede della vittima non era invece stata toccata. E questo particolare assume adesso un’altra chiave di lettura: non si è trattato di una rapina, ma di una separazione violenta con annesso omicidio.

Di per sé, “la scena del crimine parla e se la ricostruzione non coincide con quello che dicono i testimoni, vuol dire che c’è qualcosa che non va”. A dirlo è il colonnello Alessandro Casarsa, comandante provinciale dei carabinieri di Catania.

Tra le incongruenze, quella dell’assenza di sangue nella stanza dove ha detto che l’uomo era stato colpito: “Se tu dici che tuo marito sanguinava – ha precisato il colonnello Casarsa – e noi non troviamo tracce ematiche, c’è qualcosa che non va”.

La casa, inoltre, era quasi in ordine e nulla era buttato per terra, con i cassetti appena socchiusi. Non combaciava la dichiarazione che in casa non ci fossero soldi o armi, che sono stati invece trovati. La donna aveva affermato che il marito aveva fatto dei prelievi nel pomeriggio, ma un rapido controllo l’ha smentita.

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