Governo Conte ha la fiducia alla Camera: 350 i sì, 236 i no

di Redazione

» Cronaca » Governo Conte ha la fiducia alla Camera: 350 i sì, 236 i no

Governo Conte ha la fiducia alla Camera: 350 i sì, 236 i no

| mercoledì 06 Giugno 2018 - 07:34

Dopo il sì del Senato di martedì, il premier Giuseppe Conte incassa la fiducia della Camera al governo gialloverde. I voti a favore sono stati 350, i contrari 236 e gli astenuti 35. Il governo ha incassato 4 voti in più del previsto. Ci si aspettava infatti 346 sì a favore (222 deputati M5S e 124 leghisti). “Noi populisti? Sì, se vuol dire ascoltare la gente”, ha affermato il premier a Palazzo Madama. Sarà Conte a decidere? “Ma certo, e chi deve decidere? È lui il capo del Governo“, ha assicurato Luigi Di Maio ai cronisti al termine dell’assemblea dei parlamentari pentastellati.

Il boato al ‘conflitto di interessi’: rischio bagarre

Montecitorio, durante il discorso di Conte, esplode sul conflitto di interessi. Il premier parla di ‘questione tormentata’, ma viene interrotto da alcuni deputati. “I vostri interventi volti a interrompermi dimostrano che ciascuno ha il suo conflitto o pensa di avere il proprio conflitto”, ribatte Conte, mentre l’opposizione protesta. “Non sto accusando nessuno”, si difende il neo-premier subito dopo, affrontando il tema da un punto di vista piuttosto generale: “Il conflitto d’interesse è negli interstizi della società a qualsiasi livello, anche a livello delle amministrazioni di condominio: pensare che non sia un problema significa non volerlo affrontare, noi cercheremo di introdurre una disciplina più rigorosa a tutti i livelli». Poi, parla della Buona Scuola: “Non vogliamo stravolgere, anche sulla buona scuola abbiamo ragionato con tanti stakeholders, ci sono criticità su cui vogliamo intervenire”. Conclude, dopo la protesta, ch’è un unico faro per il governo: “La Costituzione”.

Fraccaro di dimette da Questore della Camera: “Era doveroso”

Ho consegnato le mie dimissioni da Questore della Camera – ha detto il neoministri per i Rapporti con il Parlamento e la Democrazia diretta, Riccardo Fraccaro -. Era doveroso farlo per una questione di coerenza e rispetto. Lascio il ruolo sapendo di aver ultimato la delibera sui vitalizi e passo il testimone ai miei colleghi del M5s. Ora darò il massimo impegno come ministro”. 

Salvini: “Flat tax equa” – Marattin: “Salvini contro i poveri”

La flat tax è uno degli argomenti più caldi della discussione di oggi alla Camera. “Con la flat tax ci guadagnano tutti“, ha detto il vicepremier Matteo Salvini a Radio Anch’io, sottolineando come la riforma fiscale ipotizzata nel contratto non sia iniqua. Ha poi aggiunto: “Se uno fattura di più, è chiaro che risparmia di più, reinveste di più, assume un operaio in più, acquista una macchina in più e crea lavoro in più. La nostra intenzione è che tutti riescano ad avere qualche lira in più in tasca da spendere”..

Non tarda la risposta di Luigi Marattin, parlamentare del Partito Democratico. “Decenni di dati economici – ha detto – che dicono che i redditi medio-bassi hanno una maggiore propensione al consumo di quelli alti e altissimi. Elementari considerazioni di equità sociale. Tutto questo buttato nel cestino da lui, Matteo Salvini, che dalle sommità del suo pensiero economico ci comunica che chi è più ricco deve pagare di meno di chi è più povero. A Robin Hood da Nottingham risponde Matteo Salvini da Pontida”.

Intanto il presidente della Camera, Roberto Fico, richiama Salvini arrivato a Montecitorio per ascoltare il dibattito sul nuovo governo. “Il ministro Salvini deve sedersi sui banchi del governo“, ha detto Fico, interrompendo l’intervento di Walter Rizzetto di Fratelli d’Italia, il quale ha scherzato: “È diventato deputato”. In realtà, in quanto senatore ed esponente dell’esecutivo, deve sedersi vicino al premier Giuseppe Conte.

La discussione alla Camera

Le polemiche dell’opposizione alla proposta avanzata dal nuovo governo continuano in queste ore di discussione, in un serrato botta e riposta. “Io manettaro? Chi lo dice non conosce la mia storia personale e politica”, ha detto il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, rispondendo ai cronisti in Transatlantico. “Per 5 anni – ha aggiunto – ho lavorato come vice presidente della Commissione Giustizia nel senso opposto. Sono solo parole campate in aria”. Il ministro ha poi definito il contratto di governo un “programma validissimo, che dice ai cittadini onesti che lo Stato è dalla loro parte”.

Il ministro dei trasporti Toninelli, poi, ha risposto così al presidente della Regione Piemonte sulla Tav: “Chiamparino fa sempre battute simpatiche, ma gli direi di stare tranquillo. Potrebbe non esserci mai, su quella linea, un treno che passa sul suo corpo”. E ha aggiunto: “Il mio obiettivo è analizzare costi e benefici di tutte le opere”. Puntano sul buonsenso degli italiani, i nuovi ministri. “Non dobbiamo correre nell’approvazione delle leggi – ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro  – e credo che gli italiani capiranno se ci metteremo qualche mese in più”. In merito all’opposizione, ha detto: “Speriamo di lavorare in maniera costruttiva, cerchiamo di far lavorare in maniera collaborativa il Parlamento, la scorsa legislatura non è stato possibile”.

Dal Partito Democratico, però, continuano le critiche. “Per Salvini è giusto che chi guadagna di più paghi meno tasse. Finalmente hanno detto la verità. A questo serve l’annunciata rivoluzione fiscale, a far guadagnare chi è più ricco. A danno di tutti gli altri. No alla flat tax“, ha affermato su Facebook il presidente del Pd, Matteo Orfini. La difesa di Conte di un governo “populista” ma con l’adeguata accezione è stata al centro di numerose polemiche. “Il presidente Conte ha definito il suo governo come populista – ha detto il segretario reggente del Pd, Maurizio Martina intervenendo nel dibattito sulla fiducia della Camera -. È legittimo, ma sappia che populista non è popolare. Populista è chi soffia sulle paure senza risolverle”. E ha poi aggiunto: “Noi saremo l’alternativa popolare. La buona politica con i piedi per terra e con lo sguardo lungo. Ora avete il dovere di fare fino in fondo i conti con la realtà”, ha concluso

E sono ore calde anche sul fronte della politica estera. La spaccatura dell’Ue sull’asilo ai migranti ormai è netta: l’asse Italia-Visegrad ha fatto saltare la riforma di Dublino, osteggiata con decisione dal ministero dell’Interno Matteo Salvini: “Siamo riusciti a bloccare una pessima controriforma, presto faremo una nostra proposta. In Europa l’Italia non è più sola”. La Francia di Macron, però, guida il fronte in difesa della revisione e, secondo alcune fonti, da due mesi Parigi lavora con Berlino e Stoccolma ad una nuova proposta di intesa da portare direttamente al summit. 

Governo, i temi caldi della politica estera

La discussione in Aula è già iniziata. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte siede ai banchi del governo accanto a Luigi Di Maio; assente l’altro vicepremier Matteo Salvini. Confermata anche alla Camera l’astensione di Fratelli d’Italia: “Noi siamo dei patrioti, perché prima di tutto tifiamo per il nostro Paese”, ha affermato Daniela Santanché.

I respingimenti e le chiusure delle frontiere spaventano i paesi più “moderati”: “La riforma non è morta, è necessaria. L’Europa non diventerà una fortezza”, ha detto il commissario Dimitris Avramopoulos. Conte, che terrà la delega ai Servizi segreti, ha intanto aperto politicamente alla Russia di Vladimir Putin in vista del proprio esordio internazionale al G7 in programma venerdì e sabato. “Non sono né filorusso né filoamericano – spiega Salvini – Con la Russia bisogna avere buoni rapporti commerciali perché è un partner strategico dal punto di vista energetico per le nostre imprese. L’Italia rimane parte di tutte le alleanze di cui già fa parte. Bisogna ripartire da un principio di buona collaborazione”.

Ed è sempre la linea dura del leader leghista ad alimentare un altro fronte caldo, quello tunisino: “In parlamento abbiamo discusso della tragedia di Kerkennah e anche delle dichiarazioni del nuovo ministro dell’Interno italiano Matteo Salvini. Il punto è questo: c’è grande cooperazione tra Italia e Tunisia sulla lotta al terrorismo, sui temi economici e la lotta all’immigrazione clandestina, quindi nel momento in cui proprio una settimana fa si è annunciato che l’Italia è diventata il primo partner commerciale della Tunisia, abbiamo sentito delle dichiarazioni che non sono in sintonia con il livello di cooperazione tra Italia e Tunisia degli anni scorsi”. Lo ha dichiarato all’Ansa Oussama Sghaier, presidente della Commissione parlamentare dei tunisini all’estero, eletto nella circoscrizione estero in Italia per il partito islamico Ennhadha.

“In parlamento, – ha proseguito Shaier -, in particolare, ho riportato una dichiarazione del ministro Salvini sulla sua volontà di visitare presto la Tunisia e di chiedere di aumentare il numero dei rimpatri di tunisini dall’Italia e dunque ho chiesto al mio governo di esprimere una posizione riguardo a questa richiesta che verrà formulata a breve. Quello a cui teniamo in parlamento è che il livello di cooperazione tra Italia e Tunisia rimanga forte, equilibrato e focalizzato sulle tematiche che hanno fatto sì che ci sia energia positiva tra Italia e Tunisia. L’obiettivo – dunque conclude Sghaier – è quello di migliorare la cooperazione tra i due Paesi, e quella tra Italia e Tunisia è per noi una relazione strategica”. 

Foto da Twitter. 

Edizioni Si24 s.r.l.
Aut. del tribunale di Palermo n.20 del 27/11/2013
Direttore responsabile: Maria Pia Ferlazzo
Editore: Edizioni Si24 s.r.l.
P.I. n. 06398130820