Barraco e un Palermo-Trapani da grandi ricordi | “Classica partita dove tutto può succedere” /VIDEO

di Domenico Giardina

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Barraco e un Palermo-Trapani da grandi ricordi | “Classica partita dove tutto può succedere” /VIDEO

| venerdì 08 Novembre 2013 - 10:12

A quasi 50 anni non ha ancora voglia di smettere e dispensa giocate e fantasia nei campi dilettantistici di tutta la Sicilia. Nino Barraco è il calcio nella sua essenza più pura. Lo sport fatto di passione, sudore e olio canforato. Il derby Palermo-Trapani di sabato pomeriggio sarà una partita speciale per lui. Doppio ex, ha lasciato grandi ricordi tra i tifosi di entrambe le squadre. Protagonista della splendida cavalcata dei granata che ha contribuito a portare dall’Eccellenza regionale alla serie C1, risultando ancora oggi il marcatore più prolifico della storia granata con 68 reti,  a Palermo ha fatto parte di quella splendida realtà che tutti ricordano come il Palermo dei picciotti e ha poi offerto il suo contributo qualche anno dopo con Massimo Morgia allenatore.

E con queste premesse si capisce che vedere questo primo derby “rosanerogranata” susciterà grandi emozioni e una tonnellata di ricordi. “Sono due squadre che hanno segnato la mia carriera, è evidente. Si tratta di una partita molto delicata e di un match sicuramente da seguire, in quanto è la prima volta che le due si trovano nello stesso campionato e hanno la possibilità di scontrarsi”. Viste le premesse, difficile parteggiare per una delle due: “Onestamente non tiferò per una delle due in particolare. Come dico in questi casi, ‘che vinca il migliore!’. Il Palermo ha sicuramente più esperienza e ha un organico superiore. Per questo motivo la colloco un gradino più su, il che è anche normale dato che parliamo di una rosa con tanti giocatori provenienti dalla serie A. Dall’altro lato c’è una squadra molto coesa e compatta, che ha cambiato poco rispetto all’anno scorso, da non sottovalutare assolutamente”.

Con una carriera spesa totalmente in Sicilia per Barraco la parola derby è sempre stata pane quotidiano: “Ne ho fatti tantissimi in giro per l’Isola e devo dire che li ho sempre considerati alla stregua delle altre partite. Però ce n’è uno in particolare che mi suscitava sensazioni particolari: il derby tra Marsala e Trapani quando indossavo la maglia granata. Io da marsalese avevo sempre uno stimolo in più in quanto volevo dimostrare ai miei concittadini tutto il mio valore”.

Ma come vede il Trapani e il Palermo di oggi Nino Barraco, espressione di un calcio sostanzialmente diverso da quello odierno: “Ritengo che quello attuale sia un campionato molto più scadente rispetto a quelli giocati da me quasi vent’anni fa. Il livello si è abbassato notevolmente e sono sicuro che con la rosa del Palermo dei picciotti oggi vinceremmo a mani basse il campionato di B”. E le cause per il fantasista marsalese sono da ricercare più fuori che dentro il campo: “Oggi si pensa troppo ai soldi, a tutto ciò che fa da contorno alla vita di un calciatore. Noi davamo tutto per la maglia e per noi non contava nient’altro. Invece per i calciatori di oggi prima viene tutto il resto”.

E per Barraco è uno dei motivi che spiega come mai, nonostante i campionati di serie A, le coppe europee e i fasti degli anni recenti, i tifosi palermitani siano ancora così legati al ricordo del Palermo di Arcoleo. “Il punto è sempre quello – sottolinea – noi eravamo molto attaccati alla maglia e non guardavamo a null’altro. Ad esempio, in caso di sconfitta io nemmeno uscivo da casa perché ci tenevo troppo. Oggi non è più così. E questo attaccamento si vedeva nelle nostre prestazioni in campo. Certo, conta anche il fatto che la rosa era formata in gran parte da siciliani ma lo stesso accade a Trapani dove ancora oggi ricordano con grande affetto la nostra cavalcata dal calcio dilettantistico a una promozione in serie B sfumata ai playoff”.

Ma come finirà questo derby. Non possiamo esimerci dal chiederlo: “È la classica partita da tripla. Come in ogni derby il risultato non è assolutamente scontato e tutto può accadere. In queste occasioni non conta la qualità o l’ampiezza della rosa. Bisogna dimostrare sul campo chi è il più forte”.

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